Festival EDEN | Riccardo Buscarini e compagnia Kontejner

0
© Marco Caselli Nirmal

© Marco Caselli Nirmal

10 tracce per la fine del mondo
Con e di Riccardo Buscarini
Musiche AAVV
 
Lamp
Coreografia Silvia Martiradonna
 Musiche AAVV
 
23 aprile 2014, Teatro Orologio, Roma
 

Aprono la primissima serata del festival EDEN – CONNECT THE DOTS, dal 23 al 27 aprile al Teatro dell’Orologio, Riccardo Buscarini con “10 tracce per la fine del mondo” e “LAMP” della compagnia Kontejner (ex compagnia Artemisianur, Centro di danza Balletto di Roma). La scelta di accostare nella medesima serata due coreografie molto diverse tra loro sta a rappresentare l’ampiezza di possibilità che esistono nel linguaggio della danza contemporanea. EDEN è un nuovo e innovativo progetto di Gianni Parrella e Gianluca Cheli che vuole dare spazio ai giovani coreografi ed interpreti in un contesto che abbraccia diversi linguaggi: danza, cibo, parole, immagini e suoni coprotagonisti nello spazio del teatro romano.

Dopo qualche accenno circa il suo background e il suo lavoro “10 tracce per la fine del mondo” in una proiezione video nel foyer, Riccardo Buscarini propone la sua performance nella sala Moretti, rivestita di linoleum bianco. Protagonisti assoluti della scena sono lui, un microfono a giraffa situato in avanti a destra del palco e 10 kg di sale fino. Dieci come le scatole di sale, 10 come l’enorme numero scritto col sale sul pavimento, 10 come le tracce musicali. Si potrebbe definire il suo un solo di sale. Per la sua visione della fine del mondo il ventottenne Buscarini non si famancare nulla: da un miserere, ad un adagio, ad un rock introspettivo, all’intramontabile musica classica. Sulla fine di una traccia torna sempre al microfono come porto franco per accogliere quella successiva, col fiatone e la voglia di rilanciare e continuare, cavalcando l’inesorabilità della vita. La diversità delle tracce musicali non si rispecchia nella sua espressione di movimento che è, invece, abbastanza ripetitiva e uguale a se stessa, e si fatica un po’ a trovare un filo conduttore che lega i 60 minuti, nonostante il buon utilizzo dello spazio scenico.

La camicia bianca madida di sudore dopo i primi minuti in scena, l’impasto di sale e sudore sono immagini vivide che, unite al bruciore degli occhi rossi dell’artista, rendono la performance terrena e vera. Come conclusione l’artista esce di scena sulle note di una musica da opera spettacolare, lasciando il pubblico a guardare e riflettere su ciò che rimane del sale sparso, il microfono e l’accaduto.

Spostandoci nella sala Orfeo, dopo un piccolo aperitivo a base di prodotti biologici, la Compagnia Kontejner si presenta da subito prorompente con il suo mood energico e allegro: due danzatrici e due danzatori dalle fisicità estremamente equilibrate accattivano all’istante il pubblico grazie alla loro forza e coesione. La coreografa Silvia Martiradonna opta per l’utilizzo dei suoni e della voce giocando con frasi ritmiche, mimica facciale e luoghi comuni come trampolino per far ridere e coinvolgere il pubblico, cosa non sempre facile, anche se questo penalizza la fruizione di un eventuale messaggio emotivo più profondo.

Dinamico e dai piacevoli spunti di contact il bellissimo duetto dei due giovani danzatori uomini. La buona preparazione tecnica e di presenza scenica dei quattro danzatori unita ad un lavoro serio seppur ancora in work in progress, genera un mélange esplosivo. 

 

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Audrey Quinto

Mi diletto a tradurre in parole quello che trovo emozionante quando assisto ad uno spettacolo di danza

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi