Cannes 69 | Un Certain Regard | The Happiest Day in The Life of Olli Maki

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regia Juho Kuosmanen
con Jarkko Lahti, Eero Milonoff, Oona Airola
produzione Aamu Film Company
distribuzione Les Films du Losange

Un Certain Regard – Festival de Cannes 2016

 

È la storia vera di Olli Mäki, primo pugile finlandese giunto alle soglie di un titolo mondiale. Siamo nell’estate del 1962. Dopo una serie di vittorie, il peso piuma Olli Mäki è chiamato alla sfida con il campione del mondo Davey Moore, pugile americano di colore. È un avvenimento epocale. L’umile fornaio di Kokkolas parte dalla provincia rurale per completare il suo allenamento a Helsinki, luogo designato dell’incontro. Gli occhi degli appassionati, della stampa e degli sponsor, che hanno contribuito economicamente all’evento, sono tutti puntati sul giovane sfidante. Ma Mäki comincia ad avvertire il peso della pressione, l’ansia dei riflettori. E prova una nostalgia indicibile per la sua terra e per la donna che ama, la dolce e solare Raija.

Il giovane autore Juho Kuosmanen, nel ricostruire con fedeltà i fatti, si concentra sulle lunghe fasi di preparazione, le tappe di avvicinamento all’iincontro. Gli allenamenti, la dura fatica quotidiana dell’atleta, gli incontri con la stampa, la pubblicità, le serate di gala. Siamo nella più pura tradizione del racconto sportivo. Ma per Kuosmanen il punto della questione non è l’evento, che infatti viene bruciato in fretta, risolto in pochissimi minuti, con delle asciutte inquadrature riprese ai piedi del ring. Il vero spettacolo è quello dell’apparato mediatico che si scatena intorno all’incontro e che costruisce l’attesa con una sapiente strategia commerciale. È il momento centrale della trasformazione dello sport in show business, il momento in cui la passione diviene professione e l’immaginario epico della sfida si traduce in impresa economica. Tutto il conflitto drammatico della vicenda sta, dunque, nello scarto tra l’uomo Olli Mäki, dalla vita modesta e dai sogni semplici, e il personaggio costruito a uso e consumo degli spettatori, del pubblico pagante ancor prima di entrare allo stadio. Da un lato gli obblighi contrattuali, prontamente difesi dal cinico manager di Mäki, dall’altro l’amore, la casa, gli affetti. In mezzo l’abisso dei dubbi e della solitudine. Kuosmanen sta lì, proprio in quell’abisso. Trova nel corpo tozzo, teso e possente di Jarkko Lahti e nel volto dolce e sorridente di Oona Airola, due interpreti perfetti.  E con il suo bianco e nero denso, ruvido, pastoso, mette in risalto per contrasto, lo scintillio luccicante della grande città palcoscenico e, all’inverso, la dolcezza spensierata della vita comunitaria di campagna. Il suo cinema sembra venire da un’altra epoca della storia. Eppure è perfettamente al centro del presente.

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