Conversazione con Matteo Bortone | TRAVELERS

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TRAVELERS | collettivo Franco Ferguson
Antonin Tri-Hoang saxofono
Francesco Diodati chitarra
Matteo Bortone contrabbasso
Ariel Tessier batteria
 
Disco Matteo Bortone TRAVELERS edito da Zone di Musica
Live 11 aprile 2014 @ 100celleaperte – Roma
 

Di seguito riportiamo la conversazione avuta con Matteo Bortone, contrabbassista e leader dell’affiatato quartetto dei TRAVELERS, subito dopo il concerto di presentazione del disco d’esordio della band Matteo Bortone TRAVELERS.

Qual è stata la tua formazione? E quanto essa ha influenzato le scelte stilistiche di questo disco?

Ho iniziato suonando il pianoforte classico poi ho cambiato con la chitarra e in seguito il basso prima di iniziare il contrabbasso. Sono cresciuto suonando rock, musica prediletta da mio padre, anche lui bassista, poi ho pian piano virato verso il jazz, negli anni del Conservatorio a Parigi. Le influenze rock sono emerse pian piano nelle mie composizioni, in modo comunque del tutto naturale e credo che questo sia stato primordiale nel suono dei Travelers e del disco.

Quali sono le caratteristiche musicali per le quali hai scelto ciascuno degli altri componenti della band? In che modo pensi valorizzino le tue composizioni?

Antonin, Francesco e Ariel sono dei musicisti eccezionali perché hanno una personalità definita e un suono preciso, immediatamente identificabile. Ma, a mio parere, l’elemento che dà il valore aggiunto è il fatto che tutti e tre utilizzano il proprio talento e le loro singolarità al servizio del suono di gruppo e, soprattutto, al servizio della musica e della composizione invece che privilegiare il singolo aspetto solistico. Per me questo è l’elemento chiave nei Travelers. A volte i brani sono scritti del dettaglio, altre volte no quindi c’è libero spazio all’interpretazione. Credo che in questo modo ciascuno valorizza le composizioni e, da parte mia, cerco di fare il processo inverso cioè di risaltare la loro musicalità attraverso i miei brani. Anche per quanto mi riguarda, Travelers non è finalizzato a mettermi in risalto come strumentista ma piuttosto a farmi osservare come gli altri reagiscono alla mia musica e cercare di rispondere e dialogare con loro.

Che esperienza ti porti dietro e cosa cerchi di portare al pubblico dall’Italia alla Francia e dalla Francia all’Italia?

Gli anni trascorsi a Parigi sono stati fondamentali nel mio modo di vedere la musica, prima di tutto perché ho capito che rivendicare un genere piuttosto che un altro è secondario; è più importante il proprio percorso personale, come un musicista riesce a sintetizzare le proprie influenze e come le indirizza nella sua musica. Il Conservatorio mi ha aiutato molto perché, sebbene con regole rigide, mi ha lasciato comunque molta libertà nella composizione e nella scrittura quindi ho avuto la fortuna di poter sperimentare diverse direzioni prima che la vena rock che avevo da ragazzino riaffiorasse.

Qual è la situazione dei giovani gruppi jazz oggi? Quali consigli daresti a un ragazzo che vuole intraprendere la strada che stai percorrendo?

Credo che in Italia ci sia un’ottima scena musicale giovane, band interessanti che suonano musica altrettanto interessante, guardando avanti nelle aree contemporanee verso le quali il jazz odierno si sta dirigendo. Sebbene si parli di crisi, oggi c’è una quantità enorme di dischi che escono continuamente sul mercato. Ormai si può registrare nel proprio salone di casa, questo si sa. Youtube e Internet in generale hanno messo a disposizione di tutti un’enorme quantità di materiale che però può portare alla dispersione. E’ difficile, nel processo di crescita strumentale, organizzare i propri studi tra tutto questo marasma. Se dovessi dare un consiglio, direi sicuramente di voltarsi indietro e scavare le origini del proprio strumento! E’ importante restare al passo coi tempi ma approfondendo sempre cosa c’è stato prima di noi. Poi consiglierei sempre di essere aperti e ascoltare qualsiasi musica, perché spesso i gusti si modellano sui propri limiti, meglio non darsene affatto, di limiti!

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Autore

Ludovica Marinucci

Project Manager di Nucleo, mi occupo delle partnership e della promozione del nostro progetto editoriale. Scrivetemi a progetto@nucleoartzine.com

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