Donatella Spaziani | Appunti di una generazione #2

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Artista: Donatella Spaziani

Titolo: Appunti di una generazione #2

Luogo: Macro – Via Nizza

fino al 15 maggio

 

Un viaggio nel tempo: così si presenta la mostra di Donatella Spaziani, visitabile al MACRO fino al 15 maggio nell’ambito della rassegna Appunti di una generazione #2 a cura di Costantino D’Orazio. La sala accoglie lo spettatore come una wunderkammer, svelando lentamente i suoi tesori. Su entrambi le pareti sono esposti disegni a tecnica mista: da un lato troviamo collage con planimetrie realizzati dall’artista, che rappresentano i progetti originali delle prigioni di Milano e Torino, del Parlamento e del manicomio di Collegno; dall’altro delle tavole anatomiche impreziosite da motivi floreali. A raccordo di queste due elementi, pellicce vere di animali vari sono adagiate su tavoli al centro della sala; senza alcuna critica particolare, queste evocano «la moda crudelmente in voga fino agli anni ’50», nonché «quello che è presente in molti armadi di famiglia»(cit. Spaziani). Come la stessa Spaziani afferma, i progetti esposti rappresentano «strutture di contenimento della società, su cui ho disegnato delle figure che sono un misto tra la forma del mio corpo negli autoscatti e gli animali esposti, mutazioni o metamorfosi come nelle tavole anatomiche, in cui innesto dei ritagli di carta da parati sul sistema muscolare o nervoso». Si genera così una dicotomia tra l’immagine del corpo che assumiamo dai libri scolastici e la rappresentazione dello stesso, frutto della creatività dell’artista, in cui la staticità lascia il posto al movimento. Le figure antropomorfe infatti sembrano emergere dal supporto per tendere ad una continua evoluzione.

Spaziani, Febbraio 2016, MACRO, installation view, foto G. Benni

Spaziani, Febbraio 2016, MACRO, installation view, foto G. Benni

Incantano lo sguardo i due televisori a tubo catodico posti agli angoli della sala: familiari alla generazione degli anni ’70, questi apparecchi mandano in onda una serie di foto in bianco e nero, che come i frame di un film raccontano i numerosi spostamenti dell’artista nell’arco della sua vita. L’audio è completamente assente; il protagonista assoluto dunque diventa il corpo della Spaziani, che nel suo mutare si fa unità di misura dello spazio circostante.

Spaziani, Febbraio 2016, MACRO, installation view, foto Y. Tavani

Spaziani, Febbraio 2016, MACRO, installation view, foto Y. Tavani

A chiudere il percorso espositivo due ulteriori disegni, uno realizzato su collage, l’altro invece su superficie bianca; è proprio quest’ultima opera, precedente rispetto alle altre, a rivelare la maestria dell’artista e la sua capacità di creare un mondo, col semplice tratto di una matita, in cui l’interno e l’esterno dialogano e in cui ancora una volta il muoversi ha un’accezione non solo spaziale, ma anche temporale.

 

 

 

 

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Autore

Carmen Capacchione

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