Elena Arvigo | I Monologhi dell’atomica

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Monologhi-dellatomica-di-e-con-Elena-Arvigo-foto di Azzurra Primavera (6)

di e con Elena Arvigo

da Preghiera per Chernobyl di Svetlana Aleksievich e Racconti dell’atomica di Kyoko Hayashi

scene e costumi di Elena Arvigo

produzione Teatro Delle Donne

Domenica 26 Novembre 2017, Teatro di Villa Torlonia, Roma

Chernobyl, 26 Aprile 1986, un boato esplode all’improvviso, nessun cittadino riesce a rendersi conto della reale gravità dell’accaduto, le autorità tacciono e le persone continuano la loro vita quotidiana dentro una nube atomica letale.

I monologhi dell’atomica è un dramma che cerca di simbolizzare la speranza ed il terrore dei sopravvissuti dell’esplosione della centrale atomica.

Liberamente tratto da Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksievich e Racconti dell’atomica di Kyoko Hayashi, è un’opera strutturata in due monologhi che hanno come protagoniste due donne, entrambe sopravvissute alle radiazioni atomiche.

Due donne molto diverse e lontane, sia nello spazio che nel tempo, ma unite da un dolore e una rabbia indelebile.

Tramite la voce di Elena Arvigo, lo spettacolo ci trasporta nel passato e nei ricordi di una vita perduta per sempre.

Svetlana ci confida la sua storia d’amore, evidenziando tutte le sue fragilità e debolezze da ragazza innamorata, non risparmiandoci nulla, dalle dolcezze dell’amore alla crudezza e allo strazio della morte.

I toni profondamente drammatici del monologo toccano spesso punte di rabbia, che sfocia in violenza fisica, gli oggetti di scena avranno il ruolo di essere le vittime di questa rabbia triste e impotente.

I vari oggetti presenti sul palco sono piccoli elementi della vita quotidiana, come i fiori posati sul tavolo che sembrano voler immobilizzare la protagonista ed il pubblico in un limbo.

La regia ha legato i due monologhi nello stesso spazio scenico, rendendo così lo spettacolo dinamico e ricco di colpi di scena.

La polvere, che ricopre i mobili, i vestiti e la protagonista, è un’entità onnipresente, emblema della tragedia che ricopre e soffoca qualsiasi cosa.

Le luci di scena hanno cercato di rendere il più possibile un’atmosfera fra il tetro e l’intimo, creando sensazioni di riservatezza e d’apprensione.

Elena Arvigo interpreta il ruolo di Svetlana con una gran forza drammatica, a tratti leggermente eccessiva, una passionalità che si contrappongono alla freddezza e alla schiettezza della seconda protagonista del dramma.

Sopravvissuta alla bomba atomica di Nagasaki, Kyoko sembra non mostrare nessun sentimentalismo, è tagliente e diretta, le conseguenze delle radiazioni si ripercuotono sul suo corpo e nel rapporto con esso.

L’opera è certamente ben scritta, anche se pecca di un’interpretazione un po’ accademica, che rende la performance macchinosa e rigida, ciò nonostante il pubblico si è lasciato completamente coinvolgere e trasportare dalla narrazione.

Data la grande delicatezza e il tatto dimostrato e necessario nel trattare il disastro di Chernobyl, tragedia ancora viva nella memoria, e quello della guerra nucleare un tema ancora, purtroppo, tremendamente attuale, non si può che lodare la facoltà per nulla scontata dei I Monologhi dell’atomica di non cadere mai nel ridondante e nel patetico, come nemmeno nel cinismo e nella superficialità.

 

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Autore

Ottavia Coteni

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