Francesca Villa, Francesco Picciotti | Ubu me

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I burattini protagonisti di "Ubu me" di e con Francesca Villa e Francesco Picciotti

I burattini protagonisti di “Ubu me” di e con Francesca Villa e Francesco Picciotti

di e con Francesca Villa, Francesco Picciotti

liberamente tratto da “Ubu re” di Alfred Jarry

 

25 novembre, Teatro Studio Uno, Roma

 

Possono pupazzi, fantocci e burattini essere i protagonisti di uno spettacolo teatrale non indirizzato ad un pubblico di bambini? Francesca Villa e Francesco Picciotti hanno dimostrato senza alcun dubbio che ciò è possibile nella pièce Ubu me – liberamente tratta da Ubu re di Alfred Jarry – in scena fino al 4 dicembre al Teatro Studio Uno. Una prima nazionale di successo per la compagnia Divisoperzero, avvezza ad esplorare soventemente le varie tecniche del teatro di figura, presentandolo come una forma di resistenza: “quando diventa difficile avere spazi e risorse, i burattini, umili ed eterni, corrono in nostro aiuto”.

Tuttavia di umile hanno solo l’aspetto i burattini protagonisti di Ubu me: Padre Ubu e Madre Ubu. Il primo caratterizzato da una fame insaziabile che lo spinge a divorare ogni cosa ed usurpare il trono del re Venceslao; la seconda invece, dominata dall’avidità, è pronta a ingannare e derubare il suo stesso marito. Due piccoli e buffi fantocci di pezza diventano dunque creature volgari e violente, incarnando tutti i peggiori vizi umani, al fine di ottenere e successivamente accrescere fama e potere.

Geniale è, a tal proposito, la scenografia che ospita i nostri anti-eroi: l’intera messinscena si sviluppa, a sorpresa del pubblico, dentro, intorno o sopra quella che si rivelerà essere la pancia di Padre Ubu. Di fatti, da piccolo e innocuo burattino, Padre Ubu acquisterà dimensioni gigantesche, dopo aver usurpato il trono del legittimo re. A sottolineare l’imponenza e la magnificenza della carica conseguita, oltre al mutamento di forma, è un cambio di registro vocale, molto più cupo ed austero, che tornerà nuovamente più chiaro e bonario, nel momento in cui Padre Ubu verrà spodestato e riprenderà le dimensioni iniziali. Padre Ubu non è l’unico personaggio ad essere stato arricchito da un sapiente gioco di risuonatori vocali, bensì ne gode l’intera rappresentazione.

Teatro di figura equivale a studio, tecnica e coordinazione su musica: Ubu me vanta tutti questi elementi.

A Villa e Picciotti va il merito di essere scrittori, registi, interpreti, burattinai e sacerdoti di una cerimonia senza eguali, comicamente grottesca e irriverente, quanto drammaticamente seria e preoccupante: la dimensione estremamente irreale in cui veniamo da subito proiettati rispecchia semplicemente una società antica, ancorché attuale, che per una volta si mostra nella sua vera natura, priva di filtri e orpelli, ma fatta da fantocci e stracci.

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Autore

Tony Scarfì

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