Infine chiedete aiuto

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Attraverso il racconto delle vicende di nove impiegati dell’ufficio spedizioni Mondosped, Marco Bifulco offre al lettore lo spaccato di un microcosmo di situazioni e personaggi al limite del grottesco che rappresentano l’ampia gamma psicologica dell’essere umano.

 

 Titolo: Infine chiedete aiuto

 Autore: Marco Bifulco

 Editore: Bel-Ami Edizioni

 Anno: 2012

Introdotto dalla prefazione di Silvia Lombardo, il romanzo di Marco Bifulco si configura come un vero e proprio manuale di sopravvivenza alla vita impiegatizia. Attraverso nove storie di abbrutimento stipendiato, e con una serie di consigli per combattere lo stress sul posto di lavoro, l’autore ci introduce nelle vicende dell’impresa di spedizioni Mondosped. Il punto di vista, di volta in volta diverso, è quello di ciascuno dei dipendenti. Ogni vicenda è uno spaccato di vita, per ogni storia vengono usati un registro e uno stile narrativo diversi, dal racconto, passando per il dialogo, fino allo scambio di e-mail.

Teatro di rivalità, soprusi quotidiani, piccole e grandi ingiustizie, l’ufficio spedizioni si configura come un vero e proprio microcosmo in grado di sintetizzare vicende e personaggi che rappresentano la vasta gamma psicologica dell’essere umano.

Per cui avremo la “madre coraggio” che non esita a mettere da parte l’amicizia per un avanzamento di carriera (ma d’altra parte «cosa non si fa per i figli?»), la segretaria che non regala mai un minuto in più all’azienda e ha le spalle coperte dal sindacato, l’impiegato modello che dopo un anno di lavoro, insieme ai capelli, ha già perso tutto il suo entusiasmo.

La formula scelta consente al lettore di conoscere i personaggi sia mediante il racconto di ciascuno in prima persona, sia dal punto di vista dei colleghi; il risultato è un’inquadratura a tutto tondo che non fa sconti a nessuno. Gli impiegati della Mondosped sono uomini e donne deboli al limite del grottesco, sopraffatti dall’egoismo e guidati dal principio dell’ homo homini lupus, non ci sono eroi e non ci sono vincitori.

Non c’è dunque salvezza possibile? Forse sì, ma solo se si riesce a uscire dal meccanismo alienante del produttivismo aziendale, se si ricomincia a guardare gli altri con umanità, se si è disposti ad accettare i propri limiti e la propria vulnerabilità.

In una parola, tutto ciò è riassunto nella quinta regola di sopravvivenza: infine chiedete aiuto.

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Autore

Redazione

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