Intervista a Federico Buffa

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Buffa-554x400In esclusiva a Nucleo Artzine, l’intervista al mirabolante archeologo delle più belle storie sportive e volto consolidato delle reti Sky, l’Avvocato Federico Buffa, in occasione del debutto del suo spettacolo “Le Olimpiadi del 1936” al Teatro Quirino dal 25 al 27 settembre.

1) Che cosa ha di diverso il suo spettacolo Le Olimpiadi del 1936 dal format Storie Mondiali, trasmesso sulle reti Sky?

Federico Buffa: Questo spettacolo è per metà un vero e proprio spettacolo teatrale, mentre per l’altra metà nasce dall’esigenza di dare voce a dei protagonisti assoluti delle Olimpiadi del 36’, che furono molto importanti per la nostra storia civile e umana. Le Olimpiadi, ma soprattutto lo sport in generale, senza queste forti presenze alle Olimpiadi di Berlino, forse non sarebbe stato lo stesso.  

2) Ha in programma di creare una serie di appuntamenti teatrali come Storie Mondiali o Storie di Campioni?

F.B.: Abbiamo programmato con la nostra troupe una serie di cinquanta date in giro per l’Italia quest’anno. La nostra intenzione, con il co-autore e regista Emilio Russo, è stata quella di dare una voce e una coscienza a dei personaggi storici che in quelle Olimpiadi furono molto importanti come l’atleta coreano Sohn Kee-Chung e Jesse Owens, ma anche come il personaggio da me interpretato di Wolfgang Furstner, il capo del villaggio sportivo alle Olimpiadi di Berlino.

 

3) Dopo i racconti dell’antologia The Black Jesus, ha in mente un altro libro sempre con uno scopo filantropico?

F.B.: Sicuramente. Io ho già destinato oltre il 40% del ricavato dei miei spettacoli ad attività benefiche e a scopo filantropico, ma non nego che potrei anche arrivare a cifre più alte da devolvere in beneficenza. Al momento sto lavorando a un nuovo libro che uscirà intorno alla metà di ottobre e sarà preceduto da una fiction, in cui il personaggio di Wolfgang Furstner avrà maggior profondità, assieme al mio nuovo libro dal titolo L’Ultima Estate di Berlino, edito da Rizzoli. Lo scopo del libro sarà quello di raccontare le Olimpiadi di Berlino come una sorta di drammaturgia della sconfitta da parte della Germania nazista.

 

4) Secondo lei quale può essere il legame tra sport e teatro?

F.B.: Io sono un grande appassionato di teatro e per me esibirmi al prestigioso Teatro Gassman di Roma è una sorta di sogno. Sicuramente tra sport e teatro c’è una tensione diversa ma ugualmente palpabile. Ero incuriosito dalla trasformazione dei questa tensione: poiché, mentre per lo sport, ci sono uomini che si rappresentano sul palcoscenico della storia, per il teatro ci sono uomini che si rappresentano sul palcoscenico della vita. Al centro c’è sempre una Storia fatta da Uomini.   

 

5) Qual è il personaggio storico che l’ha affascinata di più nelle Olimpiadi del 1936?

F.B.: Ci sono molti personaggi che mi hanno conquistato e affascinato per le loro storie. Leni Reifensthal, ad esempio muore a 101 anni, è una donna che vive lungo un secolo, vedendo e vivendo tantissime trasformazioni, sue sono le stupende immagini che saranno proiettate durante lo spettacolo. Ma di sicuro, oltre la storia di Jesse Owens, la storia che mi ha conquistato più di tutte è quella dell’atleta coreano Sohn Kee-Chung. La sua è una storia straordinaria, poiché lui vincerà la medaglia d’oro alle Olimpiadi per il Giappone, ma senza correre per il suo paese. Durante la premiazione, si coprì la medaglia d’ora che vinse alla maratona con l’alloro, poiché con quel gesto non voleva disonorare il suo paese.

 

6) Secondo lei tra le Olimpiadi del 1936 e quelle del 1972 a Monaco, ugualmente in Germania e dense di significati e di storie, nel bene e nel male, ci può essere un’uguaglianza?

F.B.: A mio avviso credo di no. Poiché sebbene le Olimpiadi di Monaco abbiano comunque avuto un forte impatto mediatico, sociale e politico a livello internazionale, il filo rosso che tiene assieme le Olimpiadi del 36’ è molto più forte. Poiché quelle di Berlino rappresentano la smentita del genio perfido del Terzo Reich guidato da Goebbels e Hitler, di voler trasformare quelle Olimpiadi nella glorificazione della razza ariana. Nessuno si rendeva effettivamente conto di cosa stesse accadendo nel mondo intero. Ma a tutti rimasero impresse le Olimpiadi di Berlino per come si sono svolte, e per tutto ciò che hanno rappresentato. La vittoria di due minoranze, una afroamericana con le quattro medaglie di Jesse Owens e l’altra coreana dell’atleta Sohn Kee-Chung, rappresenta la vittoria dei popoli oppressi che nonostante tutto hanno fatto sentire la loro voce al mondo intero.

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