Lettera all’amazzone. L’amore fra due donne | M. Cvetaeva

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Autore Marina Cvetaeva
Titolo Lettera all’amazzone. L’amore fra due donne
Prefazione Erri de Luca
Casa Editrice Editori Internazionali Riuniti
Pubblicazione Gennaio 2014

Nell’era in cui le scelte sessuali non fanno più scalpore, fa riflettere la lettura dell’opera di Marina Cvetaeva, scritta nel 1932 in risposta a un testo della scrittrice Natalie Clifford Barney, l’Amazzone del titolo.  In una prosa dal ritmo sognante e carico di suggestioni velate di malinconia,  Cvetaeva riflette sulla natura dell’amore tra donne e sui suoi limiti e contraddizioni. 

Lo spunto è una “lacuna” nel libro di Barney: «Questa lacuna, questo spazio lasciato bianco, questo buco spalancato, nero, – è il Figlio», esordisce l’autrice. La donna è una creatura nata pura e immacolata,  di una bellezza straordinaria ed eterna, che vive in un’ infanzia felice, finché non scopre il male: l’uomo.

L’amore tra donne è la sintesi di anime e corpi perfetti, la sorprendente mescolanza di due unità trasfuse in una senza violenza. Eppure, in tale perfezione, manca il miracolo del concepimento di una «piccola tu da amare», crudelmente concesso solo all’amore tra uomo e donna, un amore concreto, un non-amore che getta la donna nella decadenza, nella solitudine e nell’oblio.

L’ingiustizia di questo atto assume toni universali. Dio e la Natura assistono sordi al bisogno di maternità: se Dio «non ha nulla a che vedere con l’amore terrestre», la Natura comprende, ma nega il concepimento.

Il destino della donna sarà trovare un uomo per realizzare il proprio fine, concedendosi al “nemico”. In un’epoca – non così remota – in cui essere donna significava rinunciare alla propria indipendenza, Cvetaeva contrappone l’amore verso un’altra sé, che tutto comprende, all’amore verso un uomo, un vuoto di emozioni e pensieri incomprensibili da colmare con l’adattamento e la conseguente solitudine; un muro emotivo costante.

L’amore tra uomo e donna appare deludente, tragico: «Non si può vivere d’amore. L’unica cosa che sopravvive all’amore è il Figlio». Più forte dell’amore, è la forza primigenia che dirige le azioni delle  donne, ma che condannerà altresì le amanti alla separazione.

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Autore

Rossana Bianchi

Originaria di Verona, dopo una laurea in Linguistica sono partita per Berlino, dove vivo da 3 anni. Tra le mie più grandi passioni ci sono le lingue, i viaggi e i racconti ben fatti.

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