Manuel Agnelli|x-factor|nuova coppia di fatto

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Manuel Agnelli|x-factor|nuova coppia di fatto

Sia chiaro che non si vuole fare critica a nessuno. Ognuno è libero e padrone delle proprie scelte, la mia libertà finisce dove inizia la tua, etc, etc; ho voluto soltanto raccogliere la delusione del momento per un qualcosa che è l’ennesima cosa che cerca di tarpare le ali alla creatività musicale, all’estro. Non c’è bisogno di informarsi troppo sui fatti o sul perché delle scelte, quando un idolo cade, cade e basta, non è importante il perché ma è importante quanto grande sarà l’onda d’urto che la sua caduta creerà.

Mercoledì 11 maggio, è stato reso ufficiale ciò che ormai da giorni si vociferava sui social network: Manuel Agnelli è il nuovo giudice di x-factor. Manuel Agnelli il fondatore e front-man degli Afterhours. Manuel Agnelli, uno degli ultimi baluardi della musica underground ed indipendente in Italia.

È stato un colpo al cuore, per vari motivi che cercherò di spiegare.

Innanzitutto vorrei partire da un concetto innegabile: i talent show danno un’immagine della produzione artistica molto semplicistica. Per chi oggi si approccia alla musica, purtroppo, il pensiero principale è il numero di visualizzazioni dei video che pubblicherà, le condivisioni, i like, fondamentalmente la ricerca del successo, l’andare in tv e tutto questo partecipando ad un talent show diventa molto facile. La musica si sta trasformando da quel tipo di espressione che permetteva di sfogare il proprio mondo interiore, anche con un accordo soltanto e cento parole, ad una produzione improntata sul trovare un motivetto che si possa fischiettare, un qualcosa che possa vendere migliaia di copie, un bel culo, due belle tette, una bocca a culo di gallina, magari una vocetta delicata (vedere i video in rotazione su MTV per credere) o ancora un testo che parli d’amore, con la parola amore utilizzata come qualsiasi altra parola, senza dargli il senso giusto, senza dargli un’appartenenza ben delineata. Ecco la musica non è più appartenenza, non è più arte, ma è un prodotto, una scatola di cereali sul mercato, che cerca soltanto di vendere più scatole degli altri. Anche Manuel Agnelli ho l’impressione che stia diventando una scatola di cereali da vendere.

Secondo poi, il musicista in questione è un uomo da concerti nei club, da piazza, è il rappresentante di una band che ha sempre fatto del suo stile pseudo noir, del suo rock alternativo, dei suoi testi sentiti, profondi, strappa odio e quanto altro si potesse avere dentro nel momento dell’ascolto, il proprio manifesto. Com’è possibile che accada tutto ciò? Probabilmente è lo stesso meccanismo che ha fatto nascere l’indie. Musica da vendere, musica fatta a tavolino. La sensazione che ho è la stessa di quando ascolto una cover band. Ma perché? L’arte non è un qualcosa da semplificare. Non posso credere che un personaggio del genere, che ha messo in piedi l’evento “Hai paura del buio?” sia diventato un giudice di x-factor. Chissà se avrà pensato per un secondo a quanta gente ha ispirato negli anni, a quanta, grazie alle sue canzoni, ne ha spinta a cominciare a fare musica propria, a quanta ne ha fatta emozionare sotto palco, in ambienti stretti, accalcati ed accaldati all’inverosimile.

Per concludere vorrei dire che i talent sono tutto ciò che è di più lontano dal concerto fatto dagli Afterhours all’Angelo Mai di Roma per impedirne la chiusura.

Ma di che stiamo parlando? Di soldi, solo di quelli ne sono convinto, come sono convinto che ognuno di noi avrebbe accettato la quantità di denaro offerta da sky, e credo sia stata un’offerta esagerata.

Non so se avrò più voglia di andare ad un concerto degli Afterhours; forse è questo che riesce a darmi più fastidio. È questa l’onda d’urto per me.

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Autore

Andrea Palazzi

"Il passato è presente in ogni futuro". Andrea Palazzi scrive quello che i suoi occhi osservano e quello che la sua epidermide del cuore assorbe. Nelle sue recensioni traspare la continua ricerca tra l'esatta posizione delle cose e la loro giusta dimensione. Per lui l'arte è l'interazione emotiva tra chi crea e chi osserva.

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