Peter Murphy | Quirinetta

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Peter Murphy | Quirinetta

 

artista Peter Murphy

dove Quirinetta, Roma

quando 25 ottobre 2016

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Il Teatro Quirinetta è per struttura e stile di arredamento un luogo dove la sospensione temporale è realmente possibile: dall’insegna in ferro battuto ai rivestimenti di tessuto delle pareti, dalla sala di legno ai lampadari di cristallo, tutto ciò che questo gioiello degli anni venti sembra creare è un’atmosfera impalpabile di atemporalità.

Il concerto di Peter Murphy, ospitato in questo contesto retrò, non avrebbe potuto trovare un luogo migliore: l’eleganza del Quirinetta e del gusto artistico di Murphy si sono fuse in un legame perfetto, dando vita ad una performance di altissimo livello sonoro e visivo.

Lo storico leader dei Bauhaus, una delle anime scure del panorama post punk londinese, impegnato attualmente nel Tour Stripped – che vedrà fra le mete anche l’America –, ha portato sul palcoscenico una performance semi-acustica coinvolgente e sofisticata. Al fianco del chitarrista John Andrews e il bassista-violinista Emilio China, Murphy è stato capace di coinvolgere il pubblico, di stregarlo con sonorità stridenti miste a ritmiche di basso profonde e sensuali.

La voce baritonale drammatica e passionale, i gesti ripetuti in maniera ossessiva come le passeggiate in circolo fatte sul palcoscenico, lo sguardo di sfida ribelle misto ad un modo solenne di stare di fronte al suo pubblico, la ragnatela d’intesa che lo lega ai due musicisti presenti, sono solo alcune delle caratteristiche che hanno reso questa performance imperdibile ed unica: il ragno Murphy si impossessa dello spazio e del tempo, ammalia e culla conducendo l’ascoltatore in una trappola pericolosa e seducente. Non è solo questo il ruolo che ricopre nell’ora e venti di concerto: si cala anche nella parte del traghettatore che, assieme ai suoi molteplici complici, conduce su un percorso a tappe nelle quali si definiscono i contenuti della sua carriera musicale passata e presente. ù

La setlist ne è la prova tangibile e trasfigura in una serpentina che si addentra in un’oscura foresta di suoni e ritmiche che caratterizzano l’intera poetica dell’artista, dai Bauhaus alla carriera solista. Cascade è il brano con cui apre e che dipinge un paesaggio di sogno luminoso ed incubo spettrale che si impadronisce delle stanze del Quirinetta per la totalità del concerto, seguito da altri brani da solista fra i quali spicca la toccante Marlene Dietrich’s Favourite Poem. Come un camaleonte il Padre del Goth si trasforma ed interpreta un brano del compianto David Bowie, Bewlay Brothers, giocando con il proprio modo di guardare fisso il pubblico senza però rendersi macchietta e facendo un omaggio al grande artista scomparso lo scorso gennaio. La romantica ballad Strange Kind of Love fa ondeggiare il pubblico e lo prepara ai tre pezzi dei Bauhaus King Volcano, Kingdom’s Coming e Silent Hedges, eseguiti senza far prendere fiato e che hanno fatto riemergere il lato più goth e misterioso d’inizio carriera. Si torna così alle proprie composizioni da solista, ma sorprende la scelta di chiudere il concerto con Bela Lugosi’s Dead, vero e proprio trip mistico e paranoide firmato Bauhaus.

Il suono del violino e delle chitarre acustiche e melodiche capaci di creare anche graffianti dinamiche, il tappeto sonoro del basso, i suoni campionati tra cui battiti lontani a sostegno della ritmica, il cantato profondo al quale si univano le voci coinvolte dei due musicisti accompagnatori sono pennellate di colori scuri frastagliate da schizzi acidi e violacei orchestrate da Murphy stesso, a comporre un quadro d’insieme che ricorda quelli di Zdzislaw Beksinski: così l’atmosfera cupa dell’artista ha tinto lo spazio e i presenti marcandoli in modo indelebile, ed essi possono solo riversarsi nelle strade notturne di Roma come creature che nel buio scrutano e cambiano la disposizione degli oggetti, diffondendo una sensazione d’inquietudine.

 

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Autore

Ludovica Avetrani

attrice, danzatrice, curiosa. caporedattrice delle sezioni di teatro e danza. odia le maiuscole.

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