REF 16 | Nicole Beutler | 3: The Garden

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concept coreografia, regia Nicole Beutler

musica Gary Shepherd

disegno luci Minna Tikkainen

creazione performance Hilary Blake Firestone, Marjolein Vogels, Giulio D’anna, Niels Kuiters, Felix Schellekens, Christian Guerematchi.

drammaturgia Felix Ritter

costumi scene Suze May Sho: Jessica Helbach, Rosell Heijmen, Connie Nijman

fotografia Anja Beutler

tecnica (luci) Martin Kaffarnik

tecnica (Suono) Valentijn Berkhout

6 novembre 2016, Teatro India, Roma

Romaeuropa Festival quest’anno ha felicemente dedicato un focus sulla danza olandese. Terzo e ultimo appuntamento della rassegna Olandiamo è 3: The Garden, coreografia di Nicole Beutler, originale artista del panorama della nuova danza, che concentra il proprio lavoro nel fuggire dagli stereotipi, creando un percorso artistico esternamente forte e attuale, del tutto fuori dagli schemi.

Cos’è 3: The garden? Una riflessione filosofica? Un trattato teologico? Un’ironica presa di posizione che sottolinea il divario tra Uomo e natura?

Possiamo affermare che il lavoro della Beutler è anche di più. Avvalendosi di una regia semplice ma efficace, la coreografa olandese ci accompagna in un mondo che ancora deve nascere, o meglio, esplodere, in un universo dove l’unica cosa che esiste è il movimento, il gesto e l’unione. 3: The Garden è uno spettacolo diviso in tre atti, ed eseguito da tre coppie di danzatori. Passando per la descrizione della nota teoria del Big Bang, l’artista spinge a concentrare la nostra riflessione sull’importanza del contatto degli elementi, nel loro modo di combinarsi tra loro, nella capacità che un corpo ha di appropriarsi di uno spazio.

Tutto questo è raccontato attraverso una coreografia sublime, che vede i corpi degli interpreti intrecciarsi e sciogliersi in caleidoscopiche composizioni, con una precisione e solennità impressionanti. Le tre coppie di danzatori rappresentano nel primo atto le tre scuole filosofiche che più di tutte hanno cercato di esplorare il rapporto dell’uomo con la natura: I filosofi Presocratici, L’illuminismo e il Romanticismo. Ciascun performer esprime attraverso il movimento la parte istintuale del uomo, quella romantica e la ragione – distinzione che verrà sottolineata anche dai costumi. Il secondo atto snocciola il rapporto uomo-natura in chiave teologica-spirituale, prendendo come riferimento il quadro di Hieronymus Bosch dal titolo il giardino delle delizie.

La lettura della Beutler vede lo spirito legato alla fisicità e all’istinto: la mela proibita del Eden altro non sarebbe che la nostra capacità primordiale di unire i nostri corpi in un brutale slancio vitale che non ha nulla di bello, ma che è incredibilmente autentico e naturale. Infine il terzo ed ultimo atto, una presa di posizione ironica su quelle che sono le nuove sub-culture, come il vegetarianismo, la pratica dello yoga, il teosofismo e il naturalismo, pratiche atte a ricondurre l’uomo verso un contatto più autentico con la natura, ma – secondo il pensiero della regista/coreografa – altro non sono che dotte elucubrazioni mentali, che tralasciano completamente la parte spietata e brutale della natura.La scelta migliore sembra quella di un ritorno a una società tribale, ad un’era mitica del uomo, in cui corpo e mente sono fusi assieme. In quest’atto la coreografia tocca il suo momento migliore, la danza diventa un rituale sociale, ricordando nei movimenti il Sacre di Stravinsky.

La musica che accompagna lo spettacolo è “naturale”, che include nei suoi brani suoni della natura, dal rumore del vento, al cinguettio degli uccelli, diventando gradualmente sempre più ritmica e soffocante, fino al climax dell’ultimo atto, in cui i suoni della natura prenderanno il sopravvento sul battito ritmico del cuore.

3: The Garden è uno spettacolo imperdibile, che non manca di scandalizzare e appassionare il pubblico.

 

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Autore

Ottavia Coteni

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