Romaeuropa Festival, DNA 2014| Catarzi, Intorno al fatto di cadere – Schuitemaker, The Fifteen Project-Duet – Serussi, Ferrum.

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The Fifteen Project| Duet van Arno Schuitemaker
Intorno al fatto di cadere
Di e con Claudia Catarzi
The fifteen project | Duet
ideato e coregrafato da Arno Schuitemaker (in collaborazione con i danzatori)
con Manel Salas Palau, Mitchell – Lee Van Rooij
Ferrum
coreografia Itamar Serussi
con Genevieve Osborne, Milena Twiehaus
5 novembre 2014, Romaeuropa Festival
Teatro Piccolo Eliseo Roma

 

Il 5 novembre scorso il Romaeuropa Festival ha avuto come protagonisti tre differenti lavori presso il Teatro Piccolo Eliseo. Intorno al fatto di cadere di Claudia Catarzi, The fifteen project di Arno Schuitemaker e Ferrum di Itamar Serussi.

Intorno al fatto di cadere si presenta al pubblico di Romaeuropa con un’ eleganza che ammalia. L’autrice, Claudia Catarzi, che spicca per la malleabilità tecnica del corpo bilanciata alla presenza scenica, è avvolta di una immensa tunica di carta bianca, tunica che diventa pavimento della scena. L’inizio, davvero poetico, vede un uso pacato del corpo, ancora incartato di fogli. Con il proseguire dei venti minuti di lavoro l’interprete innesca una bella ricerca di movimento che la porta ad aprire lo spazio e a sconvolgere il candido tappeto di fogli bianchi posati sul pavimento. La scelta sonora, come quella fisica, è davvero interessante, tuttavia, nonostante la piacevolezza del movimento di un corpo funzionale, bello e sensibile, si fa fatica a capire dove questo lavoro vuole condurre.

Sulla scena di The fifteen project|Duet di Arno Schuitemaker vediamo due danzatori che attraversano il palco fino al proscenio e si approcciano al pubblico con una sequenza di gesti eseguiti all’unisono nel silenzio. Il tono è beffardo, le luci della platea sono accese e gli occhi degli interpreti invadono la sala. E’ visibilmente uno studio sulla relazione danzatore-pubblico.
Il rapporto spettatore-performer si sviluppa, così, con un duetto in cui i danzatori fanno crescere il loro movimento fatto di contatti, contrappesi, cadute e leve estremamente pulite, dinamiche e funzionali alla loro relazione fisica. Duet viene letto come un evoluzione delle relazioni, dapprima verso il pubblico e successivamente tra i performer con un dialogo di coppia al maschile. Lo spettatore si delizia grazie ad una fisicità dirompente e a una tecnica invidiabile. Interessante sottolineare come il lavoro di Schuitemaker parta proprio dalla base scientifica dello studio delle relazioni con spazio, tempo e persone e che si rifà a teorie scientifiche come quella dei “neuroni specchio”.

Ferrum, del coreografo olandese di origine israeliana Itamar Serussi è un duetto ispirato al poema “Seventh Dance” di Hezy Leskly (1952 – 1994), pittore, coreografo e critico di danza.
Il lavoro di quindici minuti porta sulla scena due interpreti tecnicamente eccellenti, dalla forte presenza scenica.
La piéce è dichiaratamente realizzata di puro movimento, fine a se stesso. Difficoltà tecniche ed equilibri infatti la fanno da padrona. Gli agili corpi delle interpreti vengono accolti da una scena bianca bagnata dal colore ambra delle luci.
Il movimento è giocato su assoli, ripetizioni ed unisoni, e si conclude nel luogo e nella posizione in cui è iniziato.
Si è assistito indubbiamente ad un bel lavoro ma c’è da chiedersi se in questo momento storico quello che il pubblico si aspetta dalla danza contemporanea sia ancora solo la prodezza tecnica.

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