ROSELUXX. Resti di una cena

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Uscito lo scorso dicembre, Resti di una cena è un piccolo gioiello autoprodotto e distribuito da Goodfellas, a cavallo tra pop d’autore e ambientazioni sonore folk di marca elettroacustica. ROSELUXX è un quartetto nato a Roma, che alla prima uscita discografica ascrive collaborazioni notevoli, come la voce di Emidio Clementi e le corde di Stefano Pilia dei Massimo Volume, a cui si aggiunge il sax di Luca Mai, in forza ai MOMBU.

Tiziana Lo Conte: voci e elettroniche

Claudio Moneta: chitarre

Federico Scalas: contrabbasso, violoncello

Cristiano Luciani: batterie

Hanno collaborato: Emidio Clementi (Massimo Volume); Stefano Pilia (Massimo Volume, In Zaire); Luca Mai (ex ZU, Mombu); Luca Miti; Inke Kuhl; Antonia Kuhl

Prodotto da: Danilo Aleandri

Distribuzione: Goodfellas

Guarda: Resti di una cena

Micro paesaggi urbani che indagano disagi metropolitani di persone normali. Cadenze acustic rock, pa(e)ssaggi stonati, derive lo-fi, piccoli oggetti mossi o percossi, disturbi elettrici e voci tra infanzia e narrazione matura, cantato soffice e disilluso, dolce e nebbiosamente appassionato. Il titolo del disco, insieme alla traccia omonima è una libera riscrittura di Domani nella battaglia pensa a me dello spagnolo Javier Marìas. Una scelta coerente. Il romanzo è un’epopea di paure, ansie, sconfitte e incomprensioni assolutamente comuni e, proprio per questo, universali. La scrittura dei testi è di Claudio Moneta, con l’esclusione di Maledire i ritorni, scritta a quattro mani con Tiziana Lo Conte, voce del gruppo, che abbiamo intervistato.

Una poesia del quotidiano. L’alienazione degli spostamenti. La folla dei mezzi pubblici. Tiziana canta in versi «la realtà che ha di fronte», affronta testi che non fanno sconti alla durezza impalpabile della vita. «Persone che fanno i conti con una normalità fatta di sveglie all’alba, di strade sempre uguali, percorse per una vita».

Elia: Cosa è per te contemporaneo?

Tiziana: La musica è contemporanea. Poiché faccio musica e il primo pensiero va lì. Ma in realtà è contemporaneo chi riesce a sopravvivere oggi, in queste condizioni.

E. Come definiresti le tue composizioni?

T. Difficile dare una definizione per me che provengo da diversi ambiti di sperimentazione musicale. Con il progetto Roseluxx sono canzoni che strizzano l’occhio alla musica contemporanea, da cui non posso prescindere perché vengo anche  da lì.

E. Cosa ti ha portato a fare il passaggio dalla forma elettroacustica alla forma canzone?

T. Il fatto di essere inscatolata nella forma canzone, anche se, come Gronge (gruppo della scena romana nato nel 1985, le cui esibizioni fondono musica e teatro nds) eravamo trasversali come stile. Ad un certo punto volevo liberarmi di questa bella gabbia e nasce soprattutto l’attrazione per la musica contemporanea e al suo modo diverso di affrontare i suoni. Non ultimo il fatto di avere, dopo venti anni, il bisogno di raccontare attraverso il testo.

E. Qual è l’oggetto sonoro più curioso che hai usato?

T. La voce è l’oggetto più misterioso e profondo. Ho cercato il suono interiore, attraverso studi molto interessanti, canto drupa e canto indiano, avendo possibilità anche naturali, riuscendo a “toccarmi dentro” con questo strumento che è la mia voce.

E. Quali le tue influenze musicali e cosa ha ispirato questo disco?

T. Potrei dirti tutto e niente, sicuramente ciò che mi tocca profondamente in questo periodo è il folk rurale.

E. Cosa sta più a cuore a Tiziana?

T.  Sono sempre stata molto attratta dall’antropologia, per cui risponderei dicendo che vorrei saperne di più, studiando.

Un concept album che sottolinea «il risultato di un amore estremo per il cinema. Un omaggio al cinema noir. Un’impronta profonda desiderata ardentemente. Abbiamo studiato insieme ai fotografi i neri, la luce e con i grafici una veste indiscutibilmente minimale e il risultato, a me e Danilo (Danilo Aleandri, produttore del disco e compagno di Tiziana Lo Conte nds) piace».

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Redazione

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