Singolare/Plurale | Marie Lelardoux, Tout est calme (trop) [studio]

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Tout est calme (trop) [studio]

Di e con Marie Lelardoux
15 febbraio 2015 Silgolare/Plurale
Carrozzerie n.o.t. – Roma

Compagnie Emile Saar/ Marie Lelardoux
Singolare/Plurale

Con il progetto Singolare/Plurale, organizzato da Triangolo Scaleno Teatro, direzione artistica di Roberta Nicolai, Roma ha avuto la possibilità, ancora troppo rara, di entrare nel processo creativo di un artista.

In questo caso un ristretto ed interessato pubblico ha visto il primo studio di Marie Lelardoux, performer francese che decide di mostrarci Tout est calme (trop) [studio], giovane creatura artistica, ancora ibrida, che debutterà in giugno a Marsiglia.

La solitudine, intesa come comprensione di un’identità singolare, è ciò che Marie ha deciso di indagare in questi giorni di residenza artistica presso le Carrozzerie n.o.t.
Una donna, intensa e scomoda, si presenta ad un pubblico in piena luce, all’interno di una scena che ha echi circensi. Una figura attenta agli oggetti che ha attorno, misuratrice, esploratrice di una penna, di un tavolo e dell’ambiente che la circonda. Una figura che gioca abilmente con lo spazio che crea, che rende il suo pubblico attento ad ogni cambiamento della scena, con un’attenzione registica estemporanea a ciò che muove, sia fisicamente che emotivamente. Una donna che cerca di andare per tornare, supportata dagli abili cambi scenici che lei stessa compie rendendoli parte della performance. La delicatezza, la dolcezza della sua persona, con lo svolgersi dello studio prende sapori differenti: vi si vede a tratti ironia, a tratti difficoltà nel tentativo di relazionarsi con gli oggetti, in parte abbozzando un’umanizzazione di essi. I cambi d’abito che la performer effettua la rendono stratificata, la rendono abile nel mostrare i diversi volti del suo essere scenico, accompagnati da un cambio di interesse, di azione, con delle transizioni visibili ma delicate. Vi è una forte relazione con il suo pubblico, chiamato in causa intimamente grazie alla prossimità con la scena. La sua voce, in collaborazione con i suoi occhi, intensi ma senza pretese, permettono allo spettatore di sentirsi ancora più comodo nell’osservare questa prima offerta creativa.
Lo studio è accompagnato da un tappeto sonoro interessante, a tratti rumori, a tratti distorsioni liriche e silenzi, questi ultimi maggiormente utili allo spettatore nell’indagine anatomica del corpo in scena.

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Un piccolo scambio di opinioni, di cui trovate sopra la registrazione, dopo la performance è risultato interessante quanto il lavoro stesso, sia per gli spettatori sia per l’artista. Ci sono stati feedback e domande che hanno permesso uno scambio orizzontale e hanno mostrato quanto e perché sia ancora importante fare il mestiere che fa Marie. Si è discusso di immagini, di tentativi registici, di purezza creativa difficile da mantenere lungo il percorso che vi è tra l’inizio di un cammino e un debutto teatrale. Oltre a ciò si sono sviscerati suggerimenti, consigli e progettualità della stessa autrice a cui, nei prossimi mesi spetterà un compito non facile, mantenere i motivi che la muovono, la purezza di una creatura appena nata, amalgamando e inevitabilmente scegliendo tra le scoperte che la sua ricerca la porterà a fare.

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