Teatri di Vetro 10 | Fattoria Vittadini | Unraveled Heroes

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fattoria
Coreografia Maya M. Carroll
creazione/performance Mattia Agatiello, Cesare Benedetti, Noemi Bresciani, Pieradolfo Ciulli, Maura Di Vietri, Riccardo Olivier, Francesca Penzo
musica Roy Carroll
costumi e scene Maddalena Oriani
assistenza costumi e scene Davide Signorini
direzione tecnica Giulia Pastore
produzione Fattoria Vittadini
Teatri di Vetro 10
16 settembre 2016, Teatro Vascello, Roma

 

Le mode, si sa, sono inglobanti, tiranniche e fagocitano i pensieri e i gusti. La manipolazione può avvenire subdolamente o coscientemente, si è schiavi senza rendersene conto, o si accetta il pensiero dominante per scelta. Il concetto di convinzione quindi diventa labile. Si ha davvero l’urgenza e la necessità di avere determinati comportamenti o si adottano scuole di pensiero per non indagare sé stessi e affermare un proprio io in dissonanza con la moda del momento?

Non si vuole scrivere un trattato antropologico sulla moda, ma si vuole analizzare in questa sede una triste constatazione: la moda ha inghiottito anche le scelte artistiche della scena contemporanea. Il contemporaneo dovrebbe essere per definizione coraggioso, oltraggioso, creare delle spaccature e far nascere delle possibilità, ma il più delle volte si assiste ad un reiterare di scelte tutte uguali, omologazioni che fanno spavento.

È quello che per lo più si è visto nell’ Unraveled Heroes del gruppo milanese Fattoria Vittadini. Sul linoleum bianco del bellissimo Teatro Vascello, sette giovani interpreti hanno danzato per un’ora con i loro schemi randomici di movimento, con le loro skills improvvisative e le loro linee immaginarie che dividevano lo spazio in modo astratto, sublimandosi del loro movimento, riempiendosi dei loro giochi dinamici. Una considerazione che uno spettatore senza un minimo di nozioni di danza non saprebbe esprimere. Un laboratorio di danza contemporanea portato in scena, in cui persino i vestiti e i colori dei vestiti erano visti e rivisti secondo le mode vigenti. Scene che ricordavano in piccolo, molto piccolo, delle bellissime soluzioni architettoniche di Sidi Larbi Cherkaoui in quel capolavoro creato a quattro mani con Damien Jalet che è stato Babel.

Corpi, abiti, movimenti, atteggiamenti, astrattismo, scene, musiche, pavimenti e presenza scenica che calcano e ricalcano le mode vigenti della danza contemporanea. Messaggio non pervenuto, godibilità assente, noia assicurata.

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Autore

Valeria Loprieno

Caporedattrice della sezione Danza e Teatro. Danzatrice, coreografa e insegnante di danza. Laureata con il massimo dei voti, in Lettere con indirizzo discipline dello spettacolo alla Sapienza di Roma. Scrivetemi a teatro@nucleoartzine.com

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