Winter Severity Index | Slanting Ray

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Artista: Winter Severity Index

Album: Slanting Ray

Uscita: Aprile 2014

Etichetta: Blood Rock Records / Manic Depression Records

Produzione: Simona Ferrucci, voce e chitarra; Alessandra Romeo, tastiere ed elettronica

Ascoltabile in streaming sui loro profili bandcamp e souncloud e rimaste in due, le romane Simona Ferrucci e Alessandra Romeo (che per la verità fa il suo ingresso nella band per questo progetto), dopo due EP e un tour, licenziano Slanting Ray, il primo album, in veste sia digitale che in un analogico doppio LP. Conclusa anche la collaborazione con Mushy (Valentina Fanigliulo) la dark band approfondisce l’immersione negli ambienti claustrofobici: neri incubi come pece e quotidianità livida. Abbracciando il vuoto, un freddo improvviso, nessuna volontà – i titoli tradotti in italiano – stanno lì a testimoniarlo. Pizzicotti di Cure, secchiate fredde da Siouxsie Sioux e sberle da Joy Division tengono vivo l’ascolto. La strumentale Bianca, The Brightest Days e A Sudden Cold stuzzicano il piacevole riscontro di quanto attuali e influenti siano le autostrade di suono delle band guidate da Ian, Robert e Susan. L‘album, profondo e curato, con ottime corde, voce giustissima e mood elettronico suadente, trova il suo limite nel riproporre le sonorità citate.

Embracing the void (bel titolo comunque), estatica ed evocativa post-wave, è il pezzo dove si riscontra una maggiore personalità e autorialità e, chiudendo, dà la possibilità di rilanciarsi nel vuoto della creatività.

Abbiamo posto loro qualche domanda e, punto su punto e con vera ironia e intelligenza, ecco il tocco personale delle ragazze alla nostra indagine:

Botta e risposta

Cosa significa per voi contemporaneo? 
Ora sto fumando una sigaretta e ascoltando cover dei Guns n’ Roses al mare. Ora. In questo preciso momento. Noia. I-phone in mano. Più contemporaneo di così…
Come definireste il vostro modo di comporre musica? 
Disperato e cerebrale al tempo stesso. Un po’ come noi.
Qual è il materiale/strumento/sample più bizarro con cui avete lavorato? 
Nulla di così interessante o bizarro. Mi dispiace. La parola bizarro è per gente annoiata. Non che la noia non ci riguardi, ovviamente. Anzi…Ma forse la cosa che ci annoia di più è proprio il desiderio di bizarria.
Quali sono le vostre influenze artistiche e cosa vi ispira di più? 
La vita, i nostri ricordi, le nostre ferite  e i nostri studi: da Aby Warburg a Ian Curtis, da Plotino ai Cocteau Twins. Un quadro di Friedrich. Una scultura di Giacometti. Un tramonto. Un orizzonte lontano. Ma anche due o tre relazioni umane andate a puttane.
Quale domanda vi piace sentirvi porre?
Quella che vuoi. Sapremo sempre rispondere a tono, rispetto al tenore della domanda. Ora le cover dei Guns n’ Roses sono finite…e la sigaretta si è spenta. Hai da accendere?
Certamente e con vero piacere! Buona estate Winter 😉
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Autore

Enea Tomei

Enea Tomei, poeta. Mai laureato in filosofia del diritto, scrittore, attore, fotografo, critico con se stesso e delle arti che gli piacciono. Cura la sezione musicale del Festival della scena contemporanea Teatri di Vetro, è caporedattore foto della webzine Nucleo, scrive canzoni, suona e straparla nella band folk ‘n rock PHAKE. Autodidatta in tutto, anzi DIY (anche se il diplomino dell'accademia teatrale ce l'ha), non crede nella reincarnazione ma pratica il miracolo e la telepatia. Consiglia la psicoterapia. Ha mandato tutti e tutto a quel paese per ritrovarsi al punto da cui voleva partire più di vent'anni anni fa. Contento, sì ma più vecchio...

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