Autore David Becchetti
Titolo 2041
Casa Editrice Fazi Editore
Pubblicazione Maggio 2014
Una crisi epocale ha segnato l’Europa e in risposta sono state prese misure eccezionali che hanno portato all’instaurazione di un regime totalitario. Nel 2041 l’Italia e l’intera Europa sono governate dall’intesa tra il Partito Nazionale e l’Alleanza Democratica e Riformista che nella loro unione hanno generato il Partito Nazionaldemocratico.
Il Partito Nazionaldemocratico è l’apparato che osserva e gestisce ogni aspetto della vita dei cittadini tramite il potente Ente di Programmazione Nazionale. Il sistema burocratico ha un potere infinito su tutti, creando delle logiche attraverso cui i singoli sono controllati fin nella loro intimità. Lo Stato, attraverso dinamiche più o meno subdole, organizza la vita di ciascuno: la vita biologica, i corpi ma anche le emozioni e i sentimenti.
In questo scenario si svolge la vita del protagonista, un brillante funzionario che cerca di fare carriera in tutti i modi, per riscattare un cognome ingombrante. Si occupa di riorganizzazione demografica a scapito delle minoranze e delle debolezze sociali. Nella sua vita non c’è spazio per gli errori o per un attimo di riflessione o di dubbio sulle sua scelte, ma solo la volontà feroce di diventare un funzionario modello.
La sua esistenza scorrerà tranquilla fino agli incontri con un collega e con una ragazza che , caratterizzati da una forte intimità, indurranno il protagonista a misurarsi con la reale violenza del regime e con il suo essere un mero ingranaggio di un sistema molto più complesso e brutale.
L’autore, David Becchetti, ha rivisitato il famoso romanzo 1984 dello scrittore inglese George Orwell, adattandolo alla realtà italiana e alla sensibilità contemporanea. Nonostante il confronto con un’opera così famosa e importante potrebbe sembrare un rischio, Becchetti riesce nell’intento di riattualizzare un classico della letteratura, comprendendone l’essenza. Insomma, un’operazione riuscita se consideriamo l’atmosfera cupa e triste che riesce a descrivere nella sua storia, capace di restituire quel senso di perdita dell’umanità che era uno degli aspetti più importanti dell’opera inglese originaria.