Questa breve frase presente nel titolo, plasmata dal Consorzio Suonatori Indipendenti, rappresenta analiticamente l’essenza di Beppe Fenoglio e di quella vita che sfugge. Una Questione Privata è un romanzo disperato che imprigiona in sé uno dei momenti più romantici e sofferti della letteratura italiana.
Come un fiore carnivoro tra la languida mota, la testimonianza fenogliana è ormai tra le ultime incontaminate immagini della resistenza nel nostro paese. Attraverso le sue parole possiamo, infatti, riscoprire cosa possa esser stato il sottile status di quelle giovani esistenze sbocciate e appassite prematuramente. I mondi descritti dall’autore sono basati sulla volontà di raccontare, senza trascuranza, l’intera esperienza di guerra, favorendo l’equivoco tra autobiografia e finzione romanzesca. L’analisi e l’introspezione dei personaggi trascende l’essere sino alla melma, filtrando la vita attraverso il dramma della guerra e della terra.
Proprio il fango e l’immersione in esso, vengono usati come simbolica trasfigurazione del corpo di Milton, giovane protagonista di Una Questione Privata il quale, assumendo un profondo senso di reticenza ci mostrerà quanto sia lucida, ma allo stesso tempo lustra, la condizione dell’uomo dinanzi al perire.
La potente fruizione dell’opera ha un incredibile potere icastico che ci farà immedesimare in quel calvario al quale i partigiani erano sottoposti. Tramite una lineare trama seguiremo la strada e la vita di Milton, ventenne badogliano innamorato di Fulvia, giovane ragazza proveniente da una buona famiglia torinese sfollata ad Alba. Milton, rivisitando i luoghi del suo amore con Fulvia, ormai tornata a Torino da mesi, scoprirà una sua presunta relazione con Giorgio, un fedele amico e compagno partigiano, e, animato da un’ossessiva ricerca della verità sul loro rapporto, si metterà sulle tracce dell’amico/rivale partendo per un fatale viaggio.
Muovendoci insieme al tumulto interiore di Milton scopriremo una realtà cruda che si assimila alle incredibili dimensioni della materia. La dinamicità delle storie passa attraverso il reticolo del ricordo che, con profondo spirito laico, tenta di guardare al mondo fuoriuscendo dalle ideologie costruite. Il ritratto dei volti dei partigiani, che in fondo erano solo adolescenti, forma una forviante e silenziosa immagine esistenzialista dell’uomo che ci permette anche di scrutare, nel profondo, i lati più psicologici e puerili dei personaggi.
In Una Questione Privata la narrazione svicola insieme alla rievocazione storica, ammessa però unicamente all’interno del percorso del protagonista e che, a differenza delle altre opere fenogliane, gioca un ruolo da pedina in un intreccio romantico che è l’unico, solo e vero motore incontrastato del romanzo.
La grande caratteristica introdotta in Una Questione Privata è dunque l’elemento dell’amore disperato che scaraventerà Milton dinanzi ad una spietata sorte. Milton è animato da una forza dalle pure connotazioni romantiche, da un sentimento – forse vero protagonista dell’opera – che permetterà al protagonista di andare poderosamente incontro al suo laconico percorso, simboleggiante, richiamando Calvino, una trasmutazione moderna dell’Orlando Furioso di Ariosto e dell’aspro cammino dell’eroe sofferente.
Milton, quasi come i guerriglieri baschi rappresentati da Sartre in un breve racconto intitolato Il Muro, ci travolgerà con il suo nudo fervore, implacabile e spiazzante, quasi come il fluire della vita stessa.
UNA QUESTIONE PRIVATA
di Beppe Fenoglio, Einaudi, collana Super ET, 2006
in foto Beppe Fenoglio