Foto: Luca Gandolfi
AGGREGATOR – ROME CONTEMPORARY ELECTRONIC ARTS FESTIVAL
Dove: Centro di cultura ecologica, MAXXI 21, Conservatorio di santa Cecilia, Auditorium Morricone
Quando: dal 10 al 14 luglio 2012
Info:
sito ufficiale http://www.stochastic-resonance.net/aggregatorfestival.html
tumblr http://aggregatorfest.tumblr.com/
pagina facebook https://www.facebook.com/AggregatorFestival
La contemporaneità è un albero che si ramifica all’infinito. I rami si attorcigliano tra loro e si allontanano, rimanendo però costantemente vicini. Un albero gonfio di linfa, che pare auto-rigenerarsi con la sua stessa crescita. Più si sviluppa, più aumenta la forza di farlo. La contemporaneità sperimenta, buttando nell’arte qualsiasi cosa trovi nella realtà intorno. La contemporaneità prende le arti e le tira, le allunga e le sbatte, trasformando la tradizione e facendo aderire le produzioni creative alla parete dell’attualità. La contemporaneità striscia, e si ritrova sul fondo di ogni cosa. La contemporaneità si mostra poco, perché cresce ogni giorno in un prato diverso.
L’Aggregator festival funge da vassoio di portata per una delle branchie della contemporaneità: la sound art, mostrata nelle sue declinazioni romane. Attingendo al pozzo delle tradizioni partite da John Cage, il festival di arti elettroniche scorrazza in giro per la capitale gli artisti più interessanti del panorama locale. La contemporaneità indaga il suono nel suo spazio e nel suo tempo, incidendovi sopra leggermente ed entrando dentro il varco.
La sound art accademica e la produzione underground si uniscono per formare un unico abbraccio, tra cui spiccano nomi contrapposti come G. Nottoli e Franz Rosati, R. Santoboni e Ynaktera.
Quattro giornate dal 10 al 14 luglio 2012, diverse le locations tra cui il Centro di cultura ecologica, MAXXI 21 e il Conservatorio di santa Cecilia, moltissimi i sound e video artists succedutisi sui palchi.
Stochastic Resonance e Master in Sonic Arts dell’università Tor Vergata si uniscono per creare il primo appuntamento del Festival, che disorienta e incuriosisce come tutti quei prodotti creativi così contemporanei da essere ancora sconosciuti. Quel che lascia è il dubbio e la voglia di sapere, e l’attesa per il prossimo anno.