Dall’8 febbraio al 22 marzo Wunderkammern ospita Small wheel, big wheel. La mostra, curata da Giuseppe Pizzuto, presenta disegni, dipinti, oggetti ed interventi nello spazio pubblico dell’artista foggiano Agostino Iacurci.
Titolo: Small wheel, big wheel
Artista: Agostino Iacurci
a cura di Giuseppe Pizzuto
Luogo: Wunderkammern, via Gabrio Serbelloni 124, Roma.
8 febbraio – 22 marzo
In un quartiere multietnico e in continuo cambiamento, quale Torpignattara, si inserisce la realtà di Wunderkammern. Attraverso una porta, che ha un “non so che” di londinese, si accede nello spazio della galleria, dove attualmente viene ospitata la mostra “Small wheel, big wheel”. Protagonista dell’evento è l’artista foggiano Agostino Iacurci, classe 1986. La sua esposizione è parte del progetto “Public & Confidential”, all’interno del quale sono previste cinque mostre con cinque street artists diversi e provenienti da Parigi e New York.
Nonostante la sua giovane età, Iacurci ha già avuto modo di realizzare interventi su edifici e spazi urbani in diverse parti del mondo: da Parigi a Roma, da Venezia a Taipei.
Anche in occasione di questa mostra, l’artista ha realizzato il murales “Zero infinito” sulla parete dell’edificio dell’ I.I.S.S. Di Vittorio-Lattanzio. Al centro di quest’opera pubblica come in “Small wheel, big wheel” c’è il tema del gioco.
Iacurci affronta tale tema da vari punti di vista: il gioco ad esempio come rito, vale a dire come una consuetudine che dovrebbe appartenere all’infanzia di tutti i bambini. Ancora il gioco come regola: è nell’età infantile che si viene a contatto con gli altri ed è proprio in questa fase che si pongono le prime norme di relazione. Ed infine il gioco come oggetto magico, in altre parole come momento in cui è possibile lavorare con la fantasia e creare quel che si vuole.
A tal proposito la galleria offre un interessante scenario: la mostra prosegue al piano inferiore, al quale si accede attraverso una scala. Come fosse una stanza remota di una vecchia casa, di cui si è attratti e allo stesso tempo impauriti, si vuole comunque scoprire ciò che il posto cela. Una volta arrivati, si trovano uno scivolo e due cavalli a dondolo, dei giocattoli abbondonati che aspettano solo di essere utilizzati.
Lo spettatore viene così chiamato a partecipare a tutti i livelli; inoltre l’artista combina l’immagine col titolo dell’opera, ponendoli spesso agli antipodi e permettendo così a chi guarda di dare sfogo alla propria immaginazione.
Giocando con ironia e cinismo e “con le dimensioni, con i colori, con il dritto e il rovescio delle cose” (cit. Elena Giulia Rossi), Iacurci lascia che sia il visitatore ad interpretare le sue opere, in base alla propria infanzia e alla propria esperienza di gioco.