di Alberto Mosca regia Alberto Mosca con Alberto Mosca, Brunella Caronti, Evelina Nazzari, Mario Focardi, Noemi Giangrande, Jole Macrì, Gianni Terenzi, Matteo De Padova dal 13 al 30 Novembre Teatro Spazio Uno, Roma
L’amore, il tradimento, il perdono, la paura della vita di coppia e della sua monotonia sono i temi trattati dallo spettacolo in tre atti di circa mezz’ora ciascuno Letti… fatti, rifatti e strafatti, che si pone l’obiettivo di far riflettere lo spettatore sulle difficoltà della vita coniugale cercando di farlo con il sorriso.
Va subito detto che l’obiettivo non è raggiunto. Il testo manca di spessore e l’intento comico è del tutto assente. Lo spettacolo si snoda noioso in tre storie differenti e, soprattutto durante la prima parte, si riscontrano errori piuttosto evidenti sugli stacchi musicali che si vanno a sovrapporre alle voci degli attori influendo negativamente sul giudizio complessivo dello spettacolo, nonostante la bravura tecnica di alcuni interpreti come Alberto Mosca, Evelina Nazzari e Mario Focardi.
Il Teatro Spazio Uno è una piccola bella realtà che propone una sala accogliente e comoda con un’ottima visuale sul palco, occupato interamente da una scenografia accurata che simula una stanza d’albergo: la suite 723 dello Sheraton di Roma.
Nei primi due episodi rappresentati il tradimento del marito viene perdonato dalla moglie anche se con finali e motivazioni differenti. Ma, se nel secondo episodio si notano spunti comici notevoli e ottime interpretazioni degli attori che coinvolgono il pubblico, non è altrettanto possibile affermare la medesima cosa per il primo, che risulta piatto, monotono, scontato e del tutto privo di comicità. Il terzo episodio, discreto, narra le vicende di una coppia che fa di tutto affinché la figlia si sposi, nonostante lei si sia chiusa in stanza e non voglia scendere a celebrare il matrimonio per paura di diventare un giorno come i genitori.
Complessivamente si nota l’intento di voler ironizzare sulla difficoltà del mantenere unita una famiglia e saldo un amore, spesso minato dalle circostanze della vita che portano l’uomo e la donna a cercare in un’altra relazione ciò che è scomparso dal proprio matrimonio, fatto ormai di vita standard e monotona e vissuta quasi per abitudine tra un battibecco e l’altro. È altrettanto evidente l’intento di sdrammatizzare l’argomento portando il pubblico a ridere. Ma, purtroppo, se il primo intento non è raggiunto affatto, il secondo lo è solo parzialmente e lo spettacolo si dipana in una noiosa monotonia priva di alti e bassi, come quella delle vite di coppia rappresentate.