Francofonia Produzione Ideale Audience, Zero One Film, N279 Entertainement in co-produzione con ARTE France Cinema e Le Musée du Louvre Distribuzione Academy Two @ uscita al cinema il 17 dicembre 2015
Francofonia racconta la storia di due uomini: il direttore dei Musei Nazionali di Francia dal 1940 al 1944, Jacques Jaujard, e il conte renano Franziskus von Wolff-Metternich, a capo della Kunstschutz in Francia fino al 1942. Dallo scetticismo iniziale dell’amministratore francese verso un ufficiale nazista, Sokurov dipinge come la relazione fra i due conservatori ed esperti d’arte si sia potuta evolvere in un periodo in cui l’integrità delle collezioni parigine era seriamente minacciata. Senza queste due figure probabilmente l’Europa intera avrebbe perso gran parte del suo patrimonio: entrambi capivano a fondo cosa si stesse rischiando coi bombardamenti e corsero ai ripari per tempo, facendo trasportare grandissima parte delle opere esposte al Louvre nei castelli dell’Ile-de-France.
Gli attori nei ruoli dei due protagonisti sono Louis-Do De Lencquesaing (Jaujard) e Benjamin Utzerath (Metternich). De Lencquesaing davanti alla macchina da presa è davvero fotogenico, ce ne rendiamo conto quando il quadro si restringe sul suo volto; i primissimi piani ritraggono il turbinio di preoccupazioni sul volto teso, le rughe, mentre i movimenti facciali dell’attore plasticamente rendono la diffidenza di Jaujard.
Francofonia si colloca proprio al confine fra il film di finzione e il documentario, potendo essere considerato di fatto un non-fiction film. Sokurov non è nuovo all’utilizzo di ambientazioni museali per dipingere momenti della storia europea. Del 2002 è Arca Russa, girato all’Hermitage di San Pietroburgo: un unico piano-sequenza che si srotola negli ambienti di quello che una volta era il palazzo reale russo. In Francofonia, la voce del regista ci accompagna nella storia di Francia e del Museo del Louvre, soffermandosi sui primi anni ’40 e rendendo partecipe lo spettatore di un immenso amore verso la culla d’Europa. Stilisticamente, alle riprese digitali si sovrappongono rush recuperate e nei momenti all’interno del Louvre, la prospettiva viene falsificata dagli obiettivi grandangolari che guardano alle opere da un punto di vista distorto, a seconda anche dei personaggi storici che vi si avvicinano. In questo viaggio la storia contemporanea è portata sullo schermo, da una parte, tramite l’inserimento di filmati di repertorio, dall’altra mediante una messinscena cinematografica che ha ricreato dei momenti della vita di tutti i giorni durante il secondo conflitto mondiale, fino ad innestare siparietti e piccole scene di quella quotidianità nella contemporaneo. Fra effetti di pellicola antiquata, bruciacchiata e color seppia, passano furgoncini, auto del 2015, ci sono le fermate dei bus della RATP. Parigi, insomma, è diversa da come è stata e, nonostante ciò, il fermento di idee non è cambiato. Questa città porta con sé le vite di coloro che ha accolto, arricchendo di cultura e tradizione l’aria che oggi vi si respira.
Francofonia è un inno, un poema alle virtù liberali e a una tradizione che, nonostante tutto, continua a forgiare generazioni di giovani europei. Ciò che di più bello abbiamo ereditato è raccolto a Parigi, al Louvre è in questo film: per fortuna, molta bellezza è stata salvata e, in qualche modo, noi insieme a lei. Forse, quello che ci circonda non è dopotutto solo sfacelo e la bellezza allora rimane.