Alessandro De Feo | Peter Pan Begins

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Peter-Pan-Begins_
 
regia Alessandro De Feo
di e con Alessandro De Feo, Marco Foscari, Alessia Iacopetta, Angela Pepi, Gioele Rotini
aiuto regia Luisa Belviso
 
18 febbraio, Teatro Studio Uno, Roma
 

C’è attesa nell’aria, l’atmosfera è rilassata, la platea bisbiglia parole che ovviamente tutti possono ascoltare essendo estremamente vicini, mentre si aspetta l’inizio. Un anziano comincia il suo racconto proprio come in una favola dei Fratelli Grimm, ma il suo <<C’era una volta>> ci porta negli anni ’90.

Peter Pan begins, in scena dal 18 al 28 febbraio al Teatro Studio Uno di Roma, farà rivivere ai trentenni di adesso ed assaggiare ai più giovani quelli che erano i modi di fare, le abitudini, gli oggetti –analogici, come ci tengono più volte a precisare gli autori – e le situazioni tipiche degli anni ’90.

Il pubblico si ritrova in una sorta di galleria d’arte e, come nella celebre scena di Arancia Meccanica – escludendo la sensazione di inquietudine che ne deriva –, osserva lo scorrere veloce delle immagini proiettate su uno schermo, rapito e incantato.

Si passa da un quadro all’altro con fluidità e senza riprendere fiato, tutto corre, le voci degli attori, il tempo, il dialoghi, le situazioni e le scene che osserviamo. Ci troviamo ad assistere a una sorta di roulette in cui i colori sono sostituiti dai vissuti comuni di quegli anni.

 

Peter Pan Begins_Cavalieri Mascherati (4)

 

E quindi ci si ritrova catapultati in cliniche psichiatriche che curano una sindrome “analogica” alimentata da ricordi dell’ adolescenza, da un Game Boy, un Walkman e le Bull Boys, ed un caleidoscopico mondo di eventi che si susseguono, come inviti a talk show, colloqui di lavoro, momenti di privata intimità casalinga nei quali il tipico ragazzo degli anni novanta non si trova, perché incapace di comprendere l’era digitale fatta di selfie, tuttologi, stagisti con esperienza, di un’emotività che non si può toccare.

Il lavoro portato in scena dalla compagnia “Cavalieri Mascherati” vuole incentrare l’attenzione sui disagi, i pensieri e le difficoltà che affronta un giovane a cavallo fra due epoche, dagli anni ’90 ai 2000, dall’era “analogica” a quella “digitale”.

Il cambio repentino delle scene e la dinamica in crescendo dell’azione teatrale fanno si che Peter Pan Begins lasci lo spettatore per tutta la durata della performance in attesa che la scena successiva possa dare una risposta ai quesiti che affliggono i protagonisti del racconto – che rispecchiano, per casualità, sentimenti e vissuti passati e presenti della maggior parte del pubblico presente in sala –, e che gli attori riescano in qualche modo a sollevare le sorti di quella che sembra una realtà troppo veloce, troppo audace, per chi ancora ricorda le lire, per chi comprava le penne Replay, per chi era abituato a prendere sugli autobus arancioni.

Per questo tipo di scelta autoriale non si sente la necessità di una drammaturgia teatrale particolare, ma la visualizzazione per blocchi ha reso il tutto comunque scorrevole e collegato nonostante gli “episodi” fossero apparentemente slegati fra loro.

Gli attori, Alessandro De Feo, Marco Foscari, Alessia Iacopetta, Angela Pepi e Gioele Rotini alternano con ironia, spensieratezza e introspezione le usanze di quegli anni in cui si sentivano leoni.

Periodi passati in cui nulla avrebbe interferito l’uscita con gli amici, la “tresca” liceale, i giri in motorino, fino a far pensare che forse è difficile accettare questi trent’anni digitali.

 

 

 

 

 

 

 

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Autore

Martina Caronna

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