Ascolti | La dimensione onirica di Alessandro Rizzo

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Autore         Alessandro Rizzo
 
Brani           Potrebbe essere – Cronistoria di un dubbio
                   Favoletta di Bosco
 
Anno            2014
                    2013
 
Etichetta    Studiolo Laps 
 

Mi trovo ad attendere il mio autobus, in questa serata umida di novembre, con i quotidiani «perchè» e «sarà». Ok. Inizia la musica di Alessandro Rizzo nelle mie cuffiette da viaggio. Potrebbe Essere – Cronistoria di un dubbio, recita il titolo e tutto lo fa supporre, che sia un dubbio. Un’intro colma di mistero, con suoni di carillon, apre il varco ad una apertura sognante, sto per rilassarmi?

No, mi sublimo nel dubbio piuttosto e lo vedo trasformarsi in una certezza: la musica di Alessandro Rizzo, che al segnale di un fill di batteria introduttivo, mi traghetta verso passaggi inesplorati, fatti di graffi sintetici, rumore di legni, sibili in sottofondo. Arriva il sax, in una maniera agile, sembra esserci sempre stato, nelle mie orecchie. Agile è lo sviluppo, la corsa ad ostacoli del sax sui materiali dialoganti; riascolto questa parte subito una seconda volta perchè corre, ma i passi sono sulla sabbia, si sedimentano. E giungiamo ai suoni di carillon, che tornano, cupi, senza preavviso, ma non per questo ostici all’impatto. Si appoggiano all’andamento percussivo di fine corsa. Sono giunto a destinazione.

Alessandro Rizzo, atto secondo. Favoletta di Bosco. Ce la farò a ricordare il sogno della notte passata? Sembra che Favoletta di Bosco mi stia aiutando! 1926666_1394424480847571_4419159714463856906_nQuesta favoletta contenuta in un vago ricordo, che inizia con i caratteristici timbri al sapore di carillon, soverchiati o illuminati dai calori di un clarinetto selvatico a disegnare una parte e dai respiri di un sax grazioso a disegnarne un’altra. Parti di cosa? Di un unico disegno tematico, sto per ricordare il sogno. No! Colpo di scena, ricordo un mio soggiorno in Oriente, perchè nel frattempo il bosco verdeggiante mi fa udire canti lontani, mescolati a staccati alla rinfusa, colpevoli di bucherellare qua e là lo spettro sonoro in zone mai banali. Il pezzo è arguto, perchè proprio nel momento in cui sono totalmente immedesimato nel soggiorno di un tempo, mi ritrovo a sentire il tema iniziale che si era dissolto sul più bello. Ma sono questi i problemi? Faccio rewind e riascolto dall’inizio.

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Autore

Paolo Gatti

Musicista e ricercatore, da sempre interessato al binomio Musica - Tecnologia. E’ laureato in Ingegneria con Master in Ingegneria del Suono e diplomato in Musica Elettronica.

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