In palcoscenico ci sono quattro piccoli palchetti intorno ai quali si spiegano le vite di altrettanti personaggi senza nome. Tre uomini e una donna che confessano la loro vita e diventano, ognuno a modo proprio, protagonisti dello spettacolo.
Sembrano quattro piccoli monologhi di persone che, rivolte direttamente al pubblico, si confessano in maniera lenta, per uscire, alla fine, allo scoperto. A rotazione, quasi a intermittenza, luce e buio si alternano sui protagonisti, mentre ognuno lascia uscire un pochino di sé.
E pian piano le vite si incrociano e pian piano le coscienze si scoprono, fino ad arrivare ad un’unica fine: il risveglio della coscienza di un uomo che era capace solo di odiare; l’amore frustrato per la scrittura di un individuo che non ha più niente da scrivere (“non è una colpa certo…”); una giovane archivista con un terribile segreto che la porta a esternare e molteplici personalità collegabili ad una patologia psichiatrica. Lei è tutti e nessuno. Chi è lei? Per ultimo, un uomo malato d’amore incondizionato per la sfortunata compagna con la quale aveva imparato a convivere.
La forza della pièce sta nel testo: semplice, ma lineare. Pessimista, estremo e a tratti violento. Capace di commuovere ma anche di divertire, senza mai scadere nella volgarità. La vitalità dei personaggi ha la forza di penetrare il pubblico con storie disperate, a volte ciniche, violente, malate, ma anche lievi, romantiche e comiche.
Alla fine della fiera, i personaggi non hanno più nulla da perdere. Non hanno né paura né vogliono insegnare come si vive la vita. L’unico obiettivo è arrivare al pubblico, nel modo più diretto possibile, con pensieri sempre più affollati, veloci, con punte di ossessività. Pensieri assillanti che escono dalle coscienze più nascoste. I quattro personaggi si raccontano disperatamente, arrancano pezzi della loro esistenza e alla fine escono allo scoperto. Cosa separa la vita dalla morte? L’amore che li uccide. E il pubblico sta a guardare la fine delle loro storie. L’amore dunque uccide, prima l’anima del personaggio poi il corpo.
LA FINE DELLA FIERA
Di Daniele Prato e Francesca Staasch
Con Veruska Rossi, Fabrizio Sabatucci, Francesco Venditti, Riccardo Scarafoni
Regia Riccardo Scarafoni
Teatro Cometa Off – Roma
Dall’8 al 27 novembre 2011