di e con Andrea Cosentino regia Andrea Virgilio Franceschi video Tommaso Abatescianni una produzione Pierfrancesco Pisani in coproduzione con Fondazione Campania dei Festival, E45 Napoli Fringe Festival in collaborazione di Litta_Produzioni /ass. Olinda / Infinito srl / Teatro Forsennato con il sostegno del progetto Perdutamente del Teatro di Roma 1-3 Aprile, Dominio Pubblico Teatro, Teatro Argot, Roma
Uno degli argomenti più dibattuti tra gli studiosi teatrali e antropologici è senza dubbio il concetto di performance. Un atto teatrale che non va solo guardato ma anche vissuto, la cui specificità sta nella non ripetibilità, nell’essere qui e adesso, here and now.
Andrea Cosentino, attore, autore, comico e studioso di teatro, s’interroga sull’annosa questione comparando il suo lavoro a quello dell’icona della performance mondiale: l’artista Marina Abramovich. Riesce con ironia e intelligenza (e tanto coraggio), a fare una disamina dell’atto performativo, a prenderlo in giro con irriverenza, a parlar male della performance universalmente accettata proprio attraverso una performance.
Il suo monologo è costellato da sketch e improvvisazioni, da travestimenti ridicoli, ricordi, dialoghi surreali tra sé e personaggi della sua infanzia, videoinstallazioni e trovate tecnologiche. La sua debordante carica comica è esilarante, tagliente e incalzante. Il ritmo dello spettacolo è perfetto, mai intaccato da segni di cedimento. Lo spettatore è travolto da questo fiume in piena di grandi verità che solo successivamente si sedimentano nella coscienza e spingono a porsi delle domande.
La visione di questo spettacolo è più completa di uno studio o di un colto dibattito sulla performance, perché il guitto, l’istrione riesce a raccontare con la sua ironia beffarda molte più verità.