Si è da poco conclusa la tre giorni di performance che ha visto protagonisti molti artisti negli spazi dell’Angelo Mai Altrove Occupato, luogo di semplicità e di artigianato artistico che nel non sollevare mai troppe pretese, riesce a cogliere nel segno della particolarità e della soddisfazione lo spettatore che oltrepassa il cancello di via Cristoforo Colombo.
Angelo Mai Italia Tropici
Un progetto: Angelo Mai Altrove Occupato/ mk/ PAV Direzione artistica: Michele Di Stefano Direzione organizzativa: Francesca Corona Direzione tecnica: Davide Clementi Gli artisti: Codice Ivan, Cristian Chironi, Bluemotion, Luna Paese, ZimmerFrei, Lucia Amara, Tony Clifton Circus, Kinkaleri, Francesca Proia, Fabrizio Favale-le Supplici, gruppo nanou, Daniela Cattivelli, Sistemi Dinamici Altamente Instabili, Fosca, Piersandra Di Matteo-Irena Radmanovic-Giacomo Covacich, Muna Mussie, Cosmesi, Elio Castellana, Habillè d’eau, Daniele Spanò, Monica Gentile, Antonio Tagliarini, Tandoorello.5-6-7 giugno 2013 – Angelo Mai Altrove Occupato, Roma
Questo evento, Angelo Mai Italia Tropici, porta il curioso spettatore in un luogo altro, in un mood altro e ad un differente livello di percezione e curiosità. Non è possibile descrivere nella breve durata di queste righe l’evento in toto, ma è possibile lasciare la sensazione che esso ha trasmesso. Lo spazio dell’Angelo Mai permette di sentirsi immersi nei differenti atti performativi che si susseguono con la velocità che ha un bimbo nel trovare i biglietti di una caccia al tesoro. L’inizio, al calar del sole, contribuisce a dare quel pizzico di “esotico” appunto, che fa da filo conduttore agli eventi. Differenti linguaggi e differenti messaggi si intersecano, si scontrano per portare gli occhi, le orecchie e la percezione degli astanti verso riflessioni che si aprono in continuazione, forse con una frequenza fin troppo elevata.
Luna Paese inizia il percorso proponendo un lavoro all’aria aperta, una partita fatta di tre giochi contemporanei che, dunque, vede coloro che sono avversari essere anche compagni di squadra. L’euforia che ci regala questo gioco performativo apre i canali giusti per il resto del viaggio. Francesca Proia offre nuvolette di zucchero filato mentre ci legge la psicologia di una società lontana, mentre Alessandra Sini, all’interno di uno spazio teatrale, danza utilizzando il suo corpo pulito. Nel contempo, c’è anche chi gioca con i luoghi esterni all’Angelo Mai, Cristian Chironi cerca, e trova, la sua connessione con montagne che non sono realmente lì.
Tramontato il sole, la serata prosegue con performance che hanno un sapore più teatrale: il gruppo nanou ci presenta il viaggio di una donna all’interno di un cubo, insieme ad una seggiola; Kinkaleri ci trasmette il suo nuovo alfabeto gestuale, comprensivo di punteggiatura e dinamica, da praticare e condividere, perché è vero che le parole sono importanti, ma magari alle volte sono superflue. Ogni lavoro presentato si concentra su una tematica specifica: Fosca lavora sulla persona, attua una chiacchierata col pubblico utilizzando il suo viso, mentre ZimmerFrei o Antonio Tagliarini ci portano un messaggio umano con luci differenti, più ampie, meno personali.
Lo spettatore deve organizzare il suo gusto e calibrare bene le sue energie se vuole seguire in maniera chiara tutte le tappe di questo evento. Ci sono state sicuramente molte scintille e altrettante opportunità di discussione, vista anche la situazione comunitaria che si crea tra artisti che condividono un luogo tra un evento e l’altro. Mi chiedo se la difficoltà di comprensione dei molti messaggi sia stata causata dall’evento in sè o dalla così poca possibilità di assistere a manifestazioni del genere nella Capitale.
1 commento
Pingback: Angelo Mai Tropici: Bluemotion | Pensieri di cartapesta