Dal 5 al 7 giugno l’Angelo Mai Altrove Occupato ha ospitato Tropici. Per tre giorni artisti, performers e musicisti si sono esibiti negli spazi del parco di San Sebastiano, offrendo un programma davvero ricco di eventi e workshop. All’interno di questa manifestazione, si sono esibiti i Bluemotion con la loro performance 8.
Titolo: Angelo Mai Tropici
Artisti: Bluemotion
Luogo: Angelo Mai Altrove Occupato, Via delle Terme di Caracalla 55
Data: 5 – 6 – 7 giugno
In occasione della manifestazione Tropici, i Bluemotion hanno presentato 8. Tale performance è un progetto che nasce all’interno di Mucchio Misto, «un’atelier del fare e del vivere insieme». Quattro tende, quattro cuffie e un materasso su cui stendersi per osservare le stelle; in ogni tenda dimora una persona diversa, che invita lo spettatore ad entrare per intervenire sull’esperienza e lasciare così un segno del suo passaggio. Si possono ascoltare storie, racconti o canzoni, e un uomo con la maschera che impersonifica un gallo può chiedervi di cantare al microfono Norwegian Wood dei Beatles, mentre nelle cuffie due ragazzi parlano del campeggio, di cosa serve e di cosa comporta questa esperienza, offrendo spunti di riflessione sull’animo e sulla sua cura.
L’idea è quella di vivere il momento, condividendo lo spazio, che si dilata e il tempo, che si trasforma. Ci si allontana dal caos cittadino per ricongiungersi alla natura; a volte è necessario il silenzio per ascoltare i propri pensieri e desideri, ma Mucchio Misto propone di farlo senza perdere contatti con gli esseri umani. La comprensione e l’accettazione di se stessi passa attraverso l’altro, e la condivisione della tenda ne diventa l’occasione. Possiamo accamparci in un luogo e quando vogliamo, ripartire per nuove destinazioni; è una scelta di vita transitoria, così come le esperienze a cui possiamo andare incontro nel Bluemotion Hotel.
All’ingresso di questo luogo in cui l’«inaspettato è indispensabile», una ragazza ci accoglie offrendoci un biglietto con una domanda, alla quale forse non sapremo mai rispondere. Ci chiede di abbassare i toni della nostra voce, non solo quella che emettiamo, ma anche quella che è dentro di noi; in questo modo alleggeriamo il nostro spirito, fino a svuotarlo. Solo allora saremmo pronti per entrare nelle tende, vivere l’esperienza e raccogliere ciò che l’altro è disposto a donare.
C’è solo un elemento che resta costante: la foresta. Lontano dalla società, i 14 partecipanti al laboratorio hanno montato le tende nel giardino dell’Angelo Mai Altrove Occupato. L’elemento naturale è stato indispensabile, la foresta stessa lo è, come afferma Henry David Thoreau: «Perché è indispensabile al respiro di chi non tollera sorveglianza. Di chi ama perdersi e sparire o sparire per poi ritornare diverso. Di chi ama osservare flora e fauna seguendo sentieri interrotti. Di chi ama costruire rifugi in cui sostare e ripensare al “materiale grezzo della vita”».