MESSAGGERA
Artista: Annette Messager
Curatore: Chiara Parisi
Luogo: Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
10 febbraio – 23 aprile 2017
Da martedì a domenica, 10.00-19.00 (ultimo ingresso alle 18.30)
biglietto 6 euro, ingresso libero alla mostra tutti i giovedì dalle 17 alle 19
Muriel Mayette-Holtz, direttrice dell’Accademia di Francia, con la curatela di Chiara Parisi – già direttrice del Centre international d’art et du paysage de l’île de Vassivière e poi de La Monnaie di Parigi – inaugurano a Villa Medici Messaggera, la prima mostra personale in Italia di Annette Messager e la prima di un ciclo di mostre dal titolo Une, dedicato al lavoro delle grandi artiste contemporanee.
Annette Messager, classe 1943, è una delle artiste più interessanti, eclettiche e anticonformiste sulla scena artistica internazionale – con mostre al MoMa e al Centre Pompidou, la Messager riceve nel 2005 il Leone d’Oro alla Biennale di Venezia per il Padiglione francese e nel 2016 il nipponico Praemium Imperiale per la scultura.
Dalle gallerie interne alla Fontana della Loggia, dai giardini all’Atelier di Balthus, con diciassette opere, in parte ideate appositamente e altre tra le più significative della lunga carriera, l’artista francese propone un percorso tutto personale all’interno e all’esterno della rinascimentale villa medicea, sede dal 1803 dell’Accademia di Francia.
Nelle gallerie la mostra inizia presentando elementi e simboli ricorrenti in molte sue opere. Con Gants-croix e Gants-triangle, dei guanti infilzati con matite colorate ben appuntite sono disposti alle estremità di fili che disegnano sulla parete i simboli rispettivamente della croce e del triangolo.
La mostra prosegue con opere che parlano dell’amore e dei suoi effetti collaterali come il riposo, la gelosia, lo spasmo.
Il collage e la fotografia sono presenti in Péché 2 (1990/1991), opera in cui il peccato viene indicato in immagini frammentate di corpi e profusioni di emozioni. Dall’installazione monumentale Eux et Nous, Nous et Eux (2000) in cui 70 animali imbalsamati travestiti da peluche sono disposti su specchi che pendono dal soffitto, si passa a Historie des traversin in cui la morte, ma allo stesso tempo il gioco si compenetrano su vasta scala.
Nell’opera Casino (2004/2005) che le è valsa il Leone d’oro alla Biennale, l’artista si ispira a Pinocchio quale metafora delle contraddizioni dell’essere umano.
Un ”inno alla femminilità” lo troviamo invece nel Mercurio del Giambologna che nel giardino brandisce uno scalpo di donna. Nell’Atelier di Balthus, la Messager infine ha ricoperto le pareti con disegni di uteri che richiamano i fiori e da una Gioconda con l’iscrizione ‘Balthuterus’ o ‘No God in my uterus’.
Irriverente e ironici i suoi lavori che rievocano il gioco come approccio al creare, si compongono così dei materiali e delle tecniche più varie. Dalla pittura al disegno alla scrittura, dalla fotografia al collage, dal ricamo all’obiect trouvè, la sua opera ibrida tocca la cultura alta e popolare trattando temi sociali e identitari. In un lavoro basato principalmente sul corpo e la sua riscoperta, l’artista colleziona, cataloga e reinventa oggetti, animali, miti, riti di un quotidiano fatto di storia personale e storie collettive in cui vita e morte vengono evocate ed esorcizzate contemporaneamente.