Antologia Rezza-Mastrella: 7-14-21-28

0

La ripartizione numerica scandisce la definitiva sconfitta del significato. In scena al Teatro Vascello dal 26 dicembre al 5 gennaio 7-14-21-28, terzo spettacolo dell’Antologia Rezza-Mastrella.

7-14-21-28

di Antonio Rezza e Flavia Mastrella

con Antonio Rezza

con Ivan Bellavista

spettacolo (mai) scritto da Antonio Rezza

habitat di Flavia Mastrella

assistente alla creazione Massimo Camilli

disegno luci Mattia Vigo – Maria Pastore

organizzazione generale Stefania Saltarelli

Dal 26 dicembre 2013 al 5 gennaio 2014, Teatro Vascello, Roma

Pungente più che mai appare Antonio Rezza in 7-14-21-28, spettacolo che debuttò nel 2009. Attraverso personaggi portati alla vita grazie a qualche battuta, vediamo in controluce alcune situazioni del nostro vivere in società. Rezza colpisce sui punti scoperti di un mondo che si pone come prodotto di una logica. Difficile descrivere uno spettacolo che combatte contro il filo del discorso. Situazioni paradossali che poi non lo sono per niente.

Un tribunale ha deciso che il sabato il papà non ha niente da fare e che dovrà vedere suo figlio sempre quel giorno. Purtroppo non è così. Un uomo che si mette gli occhiali da solo, visto che non c’è nessun altro, si ritrova ad essere violentato da un prete. Viene curato con le zigulì e lo spray nasale, rispetto alle cui proprietà curative siamo forse poco informati. Pregare è un po’ come fare ginnastica, rituale ripetitivo e stancante, cuore e cervicale in alto verso il signore! Nelle fabbriche il vocione dell’informazione distorce tutto, ma in famiglia non va meglio; perché tutti vogliono avere vocione in capitolo? La bestemmia libera. E allora si vota, inutilmente e inevitabilmente si vota, la scelta è tra due fantocci dalle stesse sembianze.

Il ricercatore ricerca. Dunque la perdita è indispensabile, pena la fine della ricerca. Forse non ci sono i soldi neanche per Madama Butterfly e il teatro di narrazione. Ognuno di noi è riassumibile in un numero, e sulle persone si può saltare come se giocassimo a campana. Desdemona e Otello non possono comprendersi a causa dei fili che li legano, che li rendono altre persone. Principe e Principessa di Sassonia sono zoppi fino a che non si tratta di cacciare il capriolo (Ivan Bellavista), ma lo scambio dei ruoli è inevitabile.

L’habitat di Flavia Mastrella è essenziale allo svolgimento: come nelle altre opere del duo, l’intrecciarsi multiforme delle situazioni scaturisce da esso. Lo ritroviamo stilizzato a mo’ di ideogramma accanto al nome dello spettacolo; d’altronde nel corso di 7-14-21-28 si fa anche del teatro giapponese. Rezza è violento e preciso nei suoi sberleffi alle istituzioni di questo mondo malato. Come sempre è la critica feroce che passa attraverso il suo corpo, la sua voce e la sua mimica eccezionale a conferire quel senso che manca. «Fine delle parole. Inizio della danza macabra».

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Redazione

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi