regia Antonio Calenda
con Simone Cristicchi
scritto da Manfredi Rutelli e Simone Cristicchi
musiche originali di Simone Cristicchi e Valter Sivilotti
voci registrate del coro ensemble magnificat di Caravaggio
scene e costumi Domenico Franchi
luci Cesare Agoni
produzione CTB Centro teatrale Bresciano/ Promo music
18 Febbraio 2017, Teatro Vittoria, Roma
La vostra vita è un mistero che è un giorno, vi sarà rivelato.
Tra canzoni inedite e rappresentazione, Simone Cristicchi narra in un intenso monologo la controversa storia, poco conosciuta di David Lazzaretti: la sua infanzia, la gioventù, i primi sogni mistici, le domande e le insicurezze di un uomo che è stato in grado di cambiare drasticamente la sua vita e di scuotere il fragile e delicato equilibrio del neonato stato Italiano.
Sia il testo che la regia spingono lo spettatore a vedereNon è importante che il pubblico creda o meno alla profezia o alla fede profondamente cristiana di Davi e non vuole nemmeno far sorgere polemiche riguardanti il suo ambiguo e controverso misticismo.
L’atmosfera solenne e incisiva è stata curata ed esaltata da un intelligente utilizzo delle luci di scena che hanno saputo creare un riverbero dalle tinte caravaggesche, drammatiche e intense sul palco. La regia di Antonio Calenda, semplice e minimale, ha utilizzato come unico oggetto il carro da barrocciaio, strumento scenografico con cui Cristicchi ha raccontato le varie tappe della vita del protagonista. Su questo carro non sono solo presenti tutti gli elementi di scena che saranno cruciali per la vita di Lazzaretti, ma è esso stesso la metafora della ruota del destino, che avanza, tappa dopo tappa, e che non può essere fermata. Le canzoni inedite cantate dal cantautore, hanno avuto un ruolo incisivo e importante e sono state spesso commoventi e toccanti, rivelandosi di gran supporto per la trama.
La performance di Simone Cristicchi ha avuto un inizio un freddo e in sordina, riuscendosi poi a scaldare sempre più nel corso del dramma. Se all’inizio della rappresentazione si osserva lo spettacolo da spettatori emotivamente distanti, nella parte finale il pubblico è stato completamente coinvolto e reso complice degli ultimi attimi di vita di David, in cui l’inevitabile tragedia si consuma. Simone Cristicchi non è certo un attore con una lunga esperienza alle spalle, ma che nel caso specifico del Secondo figlio di Dio, questa peculiarità non si è rivelata una pecca ma quasi un valore aggiunto da sommare all’estrema umanità del personaggio.
Il Secondo figlio di Dio è uno spettacolo che incontra molto i gusti del pubblico, per via di un testo preciso e lineare e per il continuo richiamo al coinvolgimento dello spettatore tramite canzoni e sensibilità del cantautore. Il successo di questo spettacolo risiede forse nel rievocare una vicenda semi-sconosciuta di un uomo quasi santo, in modo non religioso ma umano e modesto.
C’è una riflessione che sembra esserci posta dal dramma e che ne è la chiave di volta, ed è la seguente: che rapporto abbiamo ormai noi con il sacro? Quanto la nostra frenetica vita è stata spogliata dalla sua parte misteriosa e contemplativa? Le risposte che si potrebbero dare a queste domande sembrano assumere una tinta molto tetra e inquietante.