Vincitore ex-aequo del premio per il miglior film italiano al Riff – Rome Independent Film Festival- e finalista del Premio Solinas Experimenta 2011, Aquadro è l’opera prima del regista Stefano Lovodichi. Il film è stato girato con l’ausilio di finanziamenti pubblici ed è rimasto inedito, avvalendosi, in linea con le tematiche trattate, della pubblicità ottenuta attraverso più mezzi di comunicazione, primi fra tutti i social network. Sarà disponibile in streaming gratuito sul sito Cubovision fino al 15 maggio 2013.
Aquadro, di Stefano Lodovichi, Ita 2013, 96’
Soggetto e sceneggiatura: Davide Orsini, Stefano Lodovichi
Fotografia: Benjamin Maier
Montaggio: Roberto Di Tanna (A.M.C.)
Scenografie: Daniele Frabetti
Produzione: Mood Film, in collaborazione con Rai Cinema
Interpreti: Maria Vittoria Barrella, Lorenzo Colombi, Ilaria Giachi, Gaia Igini
Colonna sonora: Klaus Leitner, Irene Hopfgartner, Ivo Forer, Thony
Con il patrocinio della Città di Bolzano
Amanda e Alberto sono due studenti di un liceo artistico di Bolzano. Lei è una ragazza vivace, socievole, bisognosa di una propria identità al di fuori dell’orbita della sua migliore amica. Lui è ombroso, schivo, impossibilitato a comprendere se stesso senza prima confrontarsi autenticamente con qualcun altro. Amanda e Alberto sono due solitudini che si cercano reciprocamente per stabilire un contatto che le faccia uscire al di fuori dei loro limiti. Dopo sguardi furtivi, il loro incontro avviene nell’atmosfera sospesa di un museo, attraverso un’interessante sovrapposizione di piani visivi: Amanda osserva un’immagine proiettata su una parete e diventa a sua volta una figura ammirata sullo smartphone di Alberto. Le due solitudini si incontrano dapprima in modo solo mediato.
Il loro rapporto procede, ma si nota da subito quanto sia difficile rinunciare alle inclinazioni abituali. Alberto è incapace di abbandonare la sua posizione di distacco, come si vede dal suo coinvolgimento nella pornografia virtuale. In questo universo di piacere immediato ed egoistico egli ha incontrato Nanà, una ragazza che vende prestazioni in webcam e che rappresenta per lui il sesso, nella modalità sicura dei ruoli da interpretare e dismettere in ogni momento. Per questo egli non riesce ad avvicinarsi intimamente alla bellezza di Amanda e deve trasformarla in un’immagine da controllare e visualizzare a piacimento. Quest’ultima invece, emotiva ed immediata, non comprende subito il mondo di Alberto e inizialmente si allontana spaventata.
L’affetto nato tra i due si dimostra però più forte delle loro differenze e li spinge a compiere gesti a loro estranei: Alberto si tatua il simbolo della loro relazione e Amanda acconsente ad essere ripresa durante la loro prima volta. Ma il mondo virtuale rivela i suoi pericoli, mostrando come dietro di esso si celino persone reali, che vi investono sentimenti veri anche se distorti. Infatti il loro video viene pubblicato da una Nanà offesa, ed intacca irrimediabilmente la loro reputazione. Nonostante un momento di grande conflittualità, Alberto e Amanda riescono a riavvicinarsi e fuggono insieme. Solo ora c’è il loro vero incontro: si scoprono legati dalle reciproche fragilità e da questo ripartono per superarle. Le mediazioni cadono; ora sono due persone autentiche che si scoprono e che si cercano consapevolmente, due corpi che si percepiscono come tali. Decidono quindi di tornare alla realtà e ai suoi problemi, ormai cresciuti l’uno grazie all’altro.
Con Aquadro il regista Stefano Lodovichi riesce a catturare, in modo riflessivo e mai forzatamente educativo, l’essenza dell’adolescenza, riportando la freschezza, l’intrinseca malinconia e la delicata bellezza dell’incertezza giovanile. Egli poi ci mostra quanto ormai la tecnologia sia pervasiva e come spesso costituisca l’unico canale di informazioni e di consigli a cui i ragazzi vogliono o possono accedere oggi. Tutto ciò tramite l’innovativo ausilio di più mezzi di ripresa – i-Phone, webcam e Red – e l’accurata scelta della colonna sonora più adatta alle frequenze della storia.
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