Il 6 e il 7 giugno 2013, la compagnia teatrale La Ballata dei Lenna si presenta sul palco del Teatro Argot per partecipare alla consueta Rassegna di Drammaturgia Contemporanea Argot Off, arrivata alla Quinta Edizione. Gli attori, qui in veste non solo di interpreti ma anche di drammaturghi, portano un lavoro iniziato e arricchito tra varie città in Italia per arrivare al teatro portandosi dietro le testimonianze incontrate lungo il cammino.
LA PROTESTA – una fiaba italiana
Gruppo di lavoro condotto da: Michele Santeramo
Con: Paola di Mitri, Nicola Di Chio, Miriam Fieno
Produzione: La Ballata dei Lenna; Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù – Regione Piemonte, Provincia di Alessandria; Fondazione Piemonte dal Vivo – circuito regionale dello spettacolo
Con il contributo di: Fondazione Cassa di Risparmio Alessandria; Erdisu Università di Udine; Lab/Ballata in tour; « Teatri Abitati » residenze Teatrali Regione Puglia – Altra Scena una rete del contemporaneo
6 e 7 giugno 2013 – Teatro Argot, Roma
Ci sono spettacoli, monologhi o pièce divise in vari atti, che si focalizzano completamente sulla realtà circostante o sui fatti di cronaca contemporanei o che hanno segnato la storia. A volte questo genere di spettacoli viene denominato Teatro Civile, oppure altre volte capita purtroppo che certi lavori rimangano sulla carta senza possibilità di arrivare su un palcoscenico.
Lo spettacolo, LA PROTESTA – una fiaba italiana, andato in scena all’interno del Concorso rivolto alla Drammaturgia Contemporanea, arrivato già al quinto anno, è un lavoro o, meglio, un punto di arrivo di un percorso iniziato mesi fa.
Il lavoro della Ballata dei Lenna, questo il nome della compagnia formata da tre attori con in borsa il diploma all’Accademia d’Arte Drammatica Nino Pepe di Udine, si è diffuso in varie città italiane proponendo laboratori di 3-4 giorni per raccogliere più materiale possibile: testimonianze, idee, manifestazioni, speranze e paure per elaborarne poi un testo drammaturgico. Così, per questo spettacolo, è iniziata l’organizzazione della Compagnia che oltre alle proteste e agli stati d’animo delle persone incontrate, era anche alla ricerca di finanziamenti da associazioni, teatri, enti e privati.
I patrocini e le coproduzioni ottenute, la menzione speciale al Festival di Asti Premio Scintille 2011 per le nuove drammaturgie e la vittoria al Festival Anteprima89 per l’edizione 2012 a Milano, sono sicuramente la dimostrazione di un lavoro che non può passare inosservato e che ha iniziato e sta continuando a raccogliere i frutti di ciò che ha seminato.
A livello drammaturgico, viene presentata una storia che lascia ampio spazio a numerosi altri spunti di riflessione: due giovani impiegate portano avanti il proprio lavoro in un ufficio del turismo in Italia, fino a quando ricevono una lettera in cui viene loro comunicato il licenziamento immediato. Insieme alle due donne c’è anche il loro superiore che, giudicato prima colpevole poi vittima anch’egli della situazione, deciderà con loro di protestare senza prevedere nessun tipo di compromesso.
Nel panico creatosi dalla notizia del licenziamento e dunque al senso di inutilità che porta l’assenza di un lavoro che nobilita l’uomo, vengono fuori anche aneddoti di vita quotidiana: gli stress familiari, l’amore come tattica per passare il tempo senza pensare a un domani, la bulimia, l’idea di andarsene all’estero e la preoccupazione di pensare prima di tutto a se stessi.
La messa in scena e l’interpretazione dei tre attori lascia adito alla comicità grottesca e ad una sana ironia verso temi così attuali e di certo poco divertenti: l’utilizzo quasi fumettistico di oggetti di scena per riprodurre un’agenzia di viaggi e i tempi comici di battuta tra gli attori portano inequivocabilmente a quella risata amara, che poi è anche la soluzione migliore al problema di questa tanto acclamata crisi in cui ci ritroviamo coinvolti.
Ed infine, i numerosi sguardi degli attori verso il pubblico sono l’elemento in più per sottolineare quel lavoro di scrittura creativa da cui tutto è iniziato: sono sguardi che cercano un consenso o un’approvazione dal momento che ogni spettatore si sentirà certamente protagonista almeno di una delle situazioni raccontate.