A distanza di sei anni dalla mostra Gli ambienti del gruppo T, la GNAM si è riproposta di offrire al pubblico le grandi opere cine-visuali dell’arte cinetica e programmata, con una selezione espositiva che da risalto alle singole personalità. Un interessante excursus dei nomi attivi negli anni sessanta in Europa e fuori di essa, nel momento in cui i gruppi che avevano fatto la storia del movimento si erano sciolti per esplodere in tante interpretazioni individuali e innovative di un’arte che trova negli artisti italiani i più grandi esponenti.
Alla base dell’arte programmata e cinetica c’è l’idea del movimento, inteso non come spostamento fisico di un oggetto ma come percezione mutevole e molteplice da parte dello spettatore. E’ così che viene a introdursi un rapporto completamente inedito tra l’opera d’arte e chi la osserva, un rapporto attivo che permette l’interazione e i diversi approcci sia dal punto di vista interno allo spazio che da quello esterno della discontinua stasi dell’oggetto percepito.
Quest’arte si rivela essere un “gioco” insieme intellettuale e formale che tende a riasserire come nulla sia come sembra e a mostrare il nostro essere a conoscenza solo di ciò che guardiamo in questo luogo e in questo tempo. Dietro quella precaria stabilità pianta, infatti, le radici uno schema che l’artista è riuscito a plasmare con perfetta maestria.
Non c’è trucco né inganno. La verità è dentro di noi. La visione dipende dal movimento degli occhi.
In questo grande percorso sono messe in risalto soprattutto le opere di Bruno Munari, considerato il padre del movimento con il suo Manifesto del Macchinismo del 1952; quelle di Alberto Biasi che, con le sue creazioni artistiche, crea l’illusione ottica e mostra il cambiamento delle immagini rispetto la posizione dello spettatore; quelle di Gianni Colombo con le sue Strutturazione Pulsante e Spazio Elastico per le quali introduce l’animazione meccanica e, infine, quelle di Getulio Alvani con le sue Superfici a testura vibrante.
Non mancano le chicche a partire da il Grande Muro Panoramico di Jesus Rafael Soto e la camera Stroboscopica di Davide Boriani. Quest’ultima fa parte delle varie istallazioni con cui lo spettatore può interagire anche fisicamente lasciando entrare così nuove suggestioni.
Meritevole di nota il fatto che la mostra sia stata allestita dall’Istituto Quasar di Roma coinvolgendo così un gruppo giovane alla realizzazione di questa interessante esposizione.
ARTE PROGRAMMATA E CINETICA: DA MUNARI A BIASI A COLOMBO…
Dal 23 marzo 2012 al 27 maggio 2012, Galleria Nazionale di Arte Moderna.
foto Alberto Biasi, Tuffo nell’arcobaleno.