Pierpaolo Sepe | Crave
Pierpaolo Sepe crea uno spazio atto alla ricezione di questo testo magmatico e delirante, una prigione. Davanti allo spettatore si staglia un’alta rete metallica di separazione, dietro la quale si apre il palco, spazio bianco illuminato da luci fredde al neon più adatte ad una cella frigorifera che a delle vite.