Come celebrare al meglio la festa della donna? Potremmo scegliere un’artista specifica che riassuma l’apporto del genere femminile alla musica moderna e raccontare la sua storia, ma questo significherebbe spingere in un imbuto le differenze stilistiche e artistiche di centinaia di artiste per divinizzarne solo una come rappresentante universale.
D’altra parte, stilare un elenco, anche se lungo, delle migliori musiciste dell’ultimo secolo potrebbe essere prevedibile e poco stimolante per coloro che hanno sviluppato una minima cultura musicale ed è proprio questo genere di lettori ai quali rivolgiamo i nostri articoli.
In questo senso è d’obbligo cercare di trattare un argomento che sia curioso e fuori dai luoghi comuni, ma che allo stesso tempo tratti gli argomenti della donna e della musica come principali. Con queste motivazioni abbiamo deciso di introdurre oggi un tema poco conosciuto, anzi, un genere musicale, interessante perchè rispecchia una cultura, una militanza politica, uno stile di vita: la Womyn’s Music.
La “musica delle donne” nacque negli USA verso al fine degli anni Sessanta, durante la cosiddetta seconda ondata femminista di cui rappresenta appunto l’espressione musicale. Riuscì a consolidarsi grazie al coinvolgimento di tutte le donne che parteciparono e/o lavorarono nel settore della musica: cantanti, musiciste, produttrici, tecniche del suono, distributrici, promoters, organizzatrici di eventi e così via. La coesione creatasi diede vita ad una vera e propria industria musicale alternativa a quella commerciale, grazie alla nascita di nuove etichette discografiche, eventi, festival, giornali e riviste specifiche di questo genere emergente.
L’obbiettivo delle fondatrici del movimento fu infatti quello di offrire occasioni alternative al mainstream del mondo musicale, secondo la loro visione prepotentemente dominato dal genere maschile. Trovando forti difficoltà ad affermarsi come artiste in un tale ambiente e ad ottenere contratti di incisione con le etichette commerciali, queste donne decisero di organizzarsi per ricreare nuove opportunità per le artiste considerate discriminate per motivi sessuale. Se alle donne non venivano concesse le stesse opportunità degli uomini, questo separatismo sarebbe stato riutilizzato in maniera vantaggiosa grazie alla creazione di uno spazio esclusivo dove esaltare il potenziale femminile e stimolare positivamente e sempre più lo sviluppo della womyn’s music: musica creata dalle donne, per le donne e sulle donne.
Il primo pezzo pubblicato fu in assoluto quello di Maxine Feldman, Angry Atthis (il nome dell’amante della poetessa Saffo) nel 1972, dove il testo arrabbiato accompagnato da una semplice chitarra acustica, forse lo strumento più usato dalle cantautrici di questo genere, racconta la sua esperienza di lesbica e la paura a dichiararsi tale. A questo singolo seguirono la pubblicazione di innumerevoli album di gruppi al femminile, tra i quali ricordiamo le Lavender Jane e The Chicago Liberation Rock Band.
Le affiliate del genere scelsero di non trattare nei loro album esclusivamente le emozioni e difficoltà incontrate nell’affrontare la discriminazione della società, ma anzi, di celebrare in maniera positiva le vittorie ottenute in ambito politico dal movimento stesso, come i diritti riguardanti l’aborto e il controllo delle nascite per esempio, sostenendo i loro successi e evidenziando pubblicamente la forza del movimento femminista, attirando l’attenzione pubblica e diffondendo conseguentemente le idee di equilibrio tra l’uomo e la donna alla base del loro pensiero politico.
Fondato da un collettivo composto da lesbiche, questo genere si è evoluto raccogliendo la partecipazione di qualsiasi tipo di attivista donna che stesse lottando per i propri diritti, ovviamente di quelle aderenti al movimento femminista in primis, ma anche di altri gruppi, come quello delle donne Afroamericane, di cui le più famose furono le Sweet Honey in the Rock.
Con la crescita delle etichette indipendenti e l’aumento della domanda per la womyn’s music, nel ‘75 venne creato il Foldenrod Music, un vero e proprio sistema di distribuzione – che fino ad allora si era basata sugli ordini via posta – dei dischi della Olivia’s Recods (la prima etichetta womyn’s) e successivamente di tante altre case discografiche, e la Ladyslipper, una organizzazione no profit che si occupava di promuovere e pubblicizzare il genere, attività fino ad allora esclusivmete svolta dal “passaparola”.Il 1984 veniva pubblicato il primo numero di HOT WIRE: The Journal of Women’s Musuc and culture, una rivista semestrale gestita da un gruppo di volontarie di Chicago che per dieci anni scrissero articoli su musiciste, festival, eventi e vari temi riguardanti la scrittura, il teatro, la danza, la commedia e l’arte di lesbiche e femministe. Il Michigan Womyn’s Music Festival nato nel ‘76 è tutt’oggi il più grande evento americano di celebrazione della womyn’s music ed è da questo che ormai i festival womyn’s hanno via via prolificati sia negli USA che in Canada.
Qui di seguito abbiamo selezionato alcuni dei brani composti dalle musiciste e dai gruppi più importanti della womyn’s music. Quale miglior occasione della festa della donna per curiosare e gustarsi questa playlist al femminile!
Ani DiFranco – 32 Flavors
Margie Adam – Avalon
Joan Baez – Diamonds And Rust
Meg Christian – I know you Know
Alix Dobkin – Lavander Jane loves women (LP)
Melissa Ethridge – Bring me some water
Ferron – Girl on a road
Tret Fure – Summer to me
Kay Gardner – Rainforest
Indigo Girls – Colser to fine
Cris Williamson – Shine on straight Arrow
Sweer Honey in the Rock – Wade in the Water
Maxine Feldman – Angry Atthis
The Chicago Liberation Band – Papa don’t lay that shit on me
Helen Reddy – I am woman