T. Miike, As the Gods Will | Festival di Roma

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355188_omoteKamisana no iutoori, di Takashi Miike, Gia 2014, 100′
 
 
@ Festival Internazionale del Film di Roma, 16-25 ottobre 2014
 
 
 
Maverick Director Award

Ancora una volta Takashi Miike approda al Festival Internazionale del Film di Roma e ancora una volta non delude le aspettative.

Il suo Kamisana no iutoori è una sontuosa opera che tende a mettere in discussione il divino: uno “pseudodramma” dichiaratamente adolescenziale sul senso e il non senso della vita in cui il dispositivo ludico – una sorta di Jeux sans frontiers giapponese animato/devastato da figure tipiche della cultura popolare: il Daruma, il Maneki-Neko, la Matrioska – si satura manifestandosi come un dispositivo esistenziale di sopravvivenza. Le scuole liceali di tutta la Terra sono infatti il luogo di un improvviso gioco mortale in cui gli studenti rischiano la propria vita a causa di una serie di prove da superare attraverso Forza Fisica, Intelligenza, Immaginazione e, infine, anche Fortuna.

Takashi Miike, traendo spunto dallo stile fumettistico manga, si libera di tutti i suoi freni inibitori e alimenta il film con scene splatter e ironiche, al limite, in alcuni casi, del dissacrante. L’obiettivo del regista, che non si nega alcun eccesso visivo, è quello d’inserire dubbi marcatamente esistenziali in una prospettiva spaziale ascensionale che fa passare l’evento dal particolare – un’aula di una scuola – all’universale – lo spostamento all’interno di immensi cubi bianchi fluttuanti nell’aria. Un passaggio che evidenzia la natura prettamente mediatica dello sterminio a cui assiste, infatti, tutta la popolazione terrestre. È da notare inoltre come la stessa caratterizzazione dei personaggi nel film passi da una esteriorità tipicamente giapponese – divise dei liceali, elementi culturali – a una condizione umana “generalissima” in cui si pongono domande sull’esistenza o meno di una divinità, palesando in maniera irriverente una sorta di etica dell’eroismo mista a false ideologie perlopiù già deflagrate, come ad esempio l’idea superomistica – fisica e intellettiva – che aleggia in almeno due personaggi e che sfocia nella credenza della deificazione, ovvero la teoria secondo la quale Dio scelga in questo modo i suoi figli prediletti.

Ciò che ci rimane, nonostante l’epifanico finale, è dunque proprio l’interrogazione censurata sul divino e sulla sua essenza mali-(beni)-gna(?): Dio non esiste eppure appare. L’unica certezza che ci lascia Miike, oltre alla natura dichiaratamente manichea dell’essere umano e delle sue capacità sopraelencate, è nel titolo: in fondo è come gli Dei vogliono…

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Autore

Lorenzo Cascelli

Ho conseguito la Laurea Magistrale in Estetica nel 2012 con una tesi su "The Tree of Life" di T. Malick e "Melancholia" di L. von Trier presso il dipartimento di Filosofia dell'università "La Sapienza" di Roma. Caporedattore prima di Arte e Libri e poi di Cinema presso Pensieri di Cartapesta, da Aprile 2014 sono direttore editoriale di Nucleo Artzine.

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