Una lettura panoramica di un’ora e mezza, cucita con stralci di letteratura napoletana classica e contemporanea, ci offre un Toni Servillo in splendida forma. Interpretazione dolce e malinconica e al tempo stesso ruvida e spietata, perfetta per raccontare Napoli nelle sue mille accezioni.
Non facile rappresentare Napoli senza scadere nel dejà vu, soprattutto alla luce dell’immenso materiale a disposizone tra drammaturgia, commedia e musica. Non facile darne un taglio sintetico e artistico insieme, riuscendo a fondere la tradizione più stereotipata alla letteratura nuova e meno conosciuta. L’eccellenza di Servillo riesce proprio in questo: legge, racconta, coinvolge, incanta, diverte, offre spunti.
Il contesto è un arco virtuale che unisce riferimenti al Paradiso e all’Inferno, dando vita ad un’oscillazione di scorci e brani che nella scaramanzia, nel ciniscmo, nel disincanto e nell’unicità partenopea trovano un file rouge ideale.
L’immediato legame che ne scaturisce con la realtà economico-sociale attuale rende tutto ancora più suggestivo. Benché il dialetto napoletano limiti a volte la comprensione urbi et orbi e nonostante la bestemmia non sia arte nemmeno quando, a discutibile titolo, la si ritiene necessaria, il pacchetto è di ottima fattura. Ben cadenzato ritmicamente, con adagi drammatici incastrati in poemetti agrodolci, cattura l’attenzione senza pause.
Il flusso di parole scorre fluido, tra temi sociali e tinte tipiche della cultura napoletana, così che alle risate strappate alla platea per i testi di De Filippo e Di Giacomo, seguono i versi di Viviani e le provocazioni di Borrelli, passando per Ferdinando Russo e l’immancabile Livella di Totò.
È l’ironia amara a farla da padrone. Quel bacino naturale all’interno del quale la rassegnazione e la vitalità della cultura napoletana trasformano il dolore, l’ingiustizia e il disordine in un disegno armonico, poetico e divertente. Solo Napoli, se selezionata e affrescata al meglio, può regalare tanto. Servillo ne ha interpretato con indiscutibile efficacia i temi dominanti. Con lo spessore dei testi citati e il dna di un attore di razza, non poteva essere diversamente.
TONI SERVILLO LEGGE NAPOLI
Con Toni Servillo
Testi:
Lassammo Fa’ Dio, Salvatore di Giacomo
Vincenzo De Pretore, Eduardo de Filippo
A Madonna d’e’ mandarine, Ferdinando Russo
E’ sfogliatelle, Ferdinando Russo
Fravecature, Raffaele Viviani
A sciaveca, Mimmo Borrelli
Litoranea, Enzo Moscato
‘O vecchio sott’o ponte, Maurizio De Giovanni
Sogno napoletano, Giuseppe Montesano
Napule, Mimmo Borrelli
Primitivamente, Raffaele Viviani
‘A Livella, Antonio De Curtis (Totò)
14-26 febbraio 2012, Teatro Argentina – Roma