Basato sul lungo monologo di Elfriede Jelinek, premio Nobel 2004 per la letteratura, Bambiland si propone di far esplorare allo spettatore il rapporto tra la guerra nel concreto e la sua rappresentazione nei media. Si badi bene, però: abbiamo detto che si propone di far esplorare, poiché il testo in sé si preoccupa solo di mostrare l’inconcepibile insensibilità di coloro che pianificano, dirigono, sfruttano le operazioni belliche, lasciando al fruitore il compito di effettuare i collegamenti e i passaggi logici e morali ulteriori. è infatti il confronto, che ciascuno spettatore deve operare da sé, tra i contenuti del bombardamento di parole della Jelinek e quelli del bombardamento dei mass media a far scattare l’indignazione.
Una denuncia, dunque, ma una denuncia che vuole dei destinatari attivi.
La due letture della realtà -quella cruda e quella propinata- vengono perciò presentate parallelamente, senza collegamenti diretti. E così, mentre sul palco si assiste a un caleidoscopico mutare di situazioni, costumi ed elementi scenici inventivi, sullo schermo silenzioso di un televisore in fondo al palco scorrono incessantemente, sin dall’ingresso in sala, spezzoni di filmati e immagini di guerra prelevati dai telegiornali che, di fatto, accompagnano i nostri pasti quotidiani.
Mentre il testo originale possiede i caratteri di un indefinito flusso di coscienza, nell’adattamento scenico di Giuseppe Roselli le situazioni accennate si concretizzano in una suddivisione in battute e un commento visivo a volte illuminanti, come quando l’uso delle armi e il potere che ne deriva vengono esplicitati, sul finale, in atti di godimento sessuale. Né vengono risparmiati al pubblico piccoli shock sensoriali, in una messa in scena energica come i suoi interpreti, chiamati, sera dopo sera, a rendere il pubblico attivo compartecipe della loro testimonianza.
BAMBILAND
di Elfriede Jelinek
adattamento e regia Giuseppe Roselli
con Valentina Martino Ghiglia, Matteo Castellino, Silvia Vitale, Francesco Marioni, Gianni Parrella, Maurizio Montecchiesi, Marta Franceschelli
scene e costumi Ciro Paduano e Aurora Buzzetti
musica Massimiliano Nazzi
aiuto regia Maria Giulia Colace
light designer Camilla Piccioni
dall’1 al 12 febbraio 2012, ore 21.00 (domenica ore 17.30)
Teatro dell’Orologio – sala Grande – Roma