The Dark Knight Rises, 165 ’, Usa 2012
Regia Christopher Nolan,
Sceneggiatura Christopher Nolan, Jonathan Nolan,
Soggetto Christopher Nolan, David S. Goyer, Batman creato da Bob Kane e Bill Finger,
Montaggio Lee Smith,
Fotografia Wally Pfister,
Musiche Hans Zimmer,
Produttore Christopher Nolan, Emma Thomas, Charles Roven,
Interpreti Christian Bale (Bruce Wayne/Batman), Anne Hathaway (Selina Kyle), Tom Hardy (Bane), Michael Caine (Alfred Pennyworth), Marion Cotillard (Miranda Tate), Joseph Gordon-Levitt (John Blake), Gary Oldman (James Gordon), Morgan Freeman (Lucius Fox), Nestor Carbonell (Sindaco Anthony Garcia), Liam Neeson (Ra’s al Ghul), Cillian Murphy (Jonathan Crane/Spaventapasseri), Matthew Modine (Vice Commissario Peter Foley), Alon Moni Aboutboul (Dr. Leonid Pavel)
Il trailer de Il cavaliere oscuro – Il ritorno, Canale Warner Bros
“Quando Gotham sarà cenere, avrai il mio permesso di morire”
Sono passati ormai sette anni da Batman Begins. L’inizio della trilogia dedicata all’uomo pipistrello, nonostante le buone idee, non si discostava troppo dalla struttura classica delle trasposizioni fumettistiche. Fu The Dark Knight a spingere il genere là dove nessuno aveva mai osato. Pescando a piene mani tra le opere cartacee più famose Christopher Nolan ri-costruiva la sua personale visione del super-eroe, privato della sua aura “super” e cupamente mostrato in tutta la sua fragile umanità. Bruce Wayne è un uomo prima di tutto e, come tale, è soggetto al fallimento. Un’opera affascinante, gelida ma non algida, nel pieno stile dell’autore che ha cambiato per sempre la figura del comic-movie.
Nell’ultimo atto, Nolan torna a raccontare i suoi tormentati personaggi, ognuno alle prese con la propria guerra interiore, antecedente a quello scontro esteriore che lentamente porterà la città sull’orlo della distruzione. Che sia Jim Gordon alle prese con i segreti sugli avvenimenti riguardanti la morte di Harvey Dent o lo stesso Batman, sfiduciato e in esilio, ognuno, a Gotham, porta il peso delle proprie azioni e delle conseguenze che queste hanno avuto sulla città. Ed è proprio Gotham – sullo sfondo di una crisi economica che sta mettendo la classe politica e quella borghese in ginocchio – che diventa la vera protagonista di questo terzo capitolo, una città costretta a fronteggiare la lucida follia di Bane – Tom Hardy che non fa rimpiangere per nulla la figura ingombrante del Joker -. Ogni personaggio diventa lo specchio morale di un’umanità corrotta e allo sbando che sotto l’apparente serenità cova gli indizi di una crisi pronta a esplodere. Lo stesso Nolan ha più volte negato di aver voluto dare un senso politico alla sua opera, nonostante la decisione di gettare la città nella crisi economica e morale sembri suggerire il contrario. Il background su cui si muovono le vicende diventa comunque più che un semplice sfondo legandosi, in questo modo, indissolubilmente ai temi portanti del film.
Paura e speranza, illusione e coscienza. I vari piani si intersecano continuamente e l’esperienza del precedente film sembra aver aiutato l’intera produzione che si muove in modo più sicuro e deciso. Dalla regia alla sceneggiatura tutto viene affrontato con un equilibrio che mancava nell’opera precedente, così da offrire a ogni personaggio il giusto peso all’interno della trama e, soprattutto, riportando prepotentemente la figura di Wayne-Batman in primo piano. Siamo insomma di fronte al capitolo più solido e coinvolgente dell’intera trilogia.
Le poche imperfezioni presenti sono le stesse che inficiavano – senza comprometterne il risultato – lo stesso Dark Knight: un montaggio serrato che ogni tanto pretende assoluta fiducia dallo spettatore nel gestire alcuni salti temporali azzardati e una parte finale forse leggermente tirata per le lunghe. Difetti marginali su cui è facile soprassedere se ci si lascia coinvolgere dalla sontuosità dell’opera finale. A giochi conclusi insomma, si può uscire dal cinema con la forte convinzione che questa trilogia possa servire da esempio al resto delle grosse operazioni hollywoodiane nel mostrare come qualità e intrattenimento, incassi e intelligenza possano ancora incontrarsi insieme all’interno delle buie sale del cinema.