Titolo: Belfast
Regia: Kenneth Branagh
Interpreti: Judi Dench, Jamie Dornan, Ciarán Hinds, Jude Hill, Colin Morgan
Durata: 107′
Paese: 2021, Regno Unito
Uscita al cinema in Italia: 24 febbraio 2022
Distribuzione: Universal Pictures
Belfast non è solo la città teatro degli scontri tra Unionisti protestanti e Nazionalisti cattolici che sconvolsero il popolo nordirlandese a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘90 del XX Secolo, Belfast è un album di ricordi di un’epoca lontana. Guardare Belfast è come sfogliare un album fotografico di foto in bianco e nero. Così ci viene presentato da un insolito Kenneth Branagh quando, all’inizio del film, mostra una Belfast odierna a colori e poi ci catapulta – come in un’opera teatrale quando si alza il sipario – indietro nel tempo ai ricordi della sua infanzia, dei suoi nonni, dei genitori, dei suoi primi amori e della strada in cui vivevano.
Branagh, che ci aveva abituato ad un’altra tipologia di film, con questo ritorno alle origini si è aggiudicato il premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale, il premio per la miglior sceneggiatura ai Golden Globes e il Premio del Pubblico al Festival di Toronto 2021.
Come per È stata la mano di Dio, Licorice Pizza, e prima di questi Amarcord di Fellini, anche Belfast ripercorre le tappe della vita del regista e rientra tra i film auto biografici. Un tuffo nel passato, un’opera malinconica ed emozionante, a tratti comica.
La realtà è vista con gli occhi di un bambino di nove anni: Buddy (Jude Hill), che cerca la propria identità all’interno di un panorama di tensioni e di una città che cambia, come cambia la vita. Infatti, i genitori di Buddy, seppur con grande difficoltà, alla fine sono pronti a lasciare la loro città natale e trasferirsi in Inghilterra per garantire un futuro migliore a tutta la famiglia.
Belfast è un film che parla di legami d’amore.
L’amore romantico tra i due nonni di Buddy (Ciarán Hinds e Judi Dench); quello tra i due genitori (Caitríona Balfe e Jamie Dornan) tormentato dalle vicissitudini della vita quotidiana ma che, spesso, lasciano scorrere tra i loro corpi danzanti (come Fred Astaire e Ginger Rogers) quando ballano per strada insieme agli abitanti del quartiere; e l’amore tenero che Buddy prova per la sua compagna di scuola Catherine (Olive McDonald) dalla quale non vorrebbe separarsi per nessun motivo.
L’ amore per la propria Terra, le proprie radici, il senso di appartenenza e di identità. Il legame più profondo, quello dei nostri ricordi, della nostra infanzia, dei luoghi che sono più di semplici strade ma che un po’ ci rappresentano e hanno determinato quello che siamo. Belfast è tutto questo. Tutto ciò che è custodito nel nostro cuore e che portiamo dentro anche quando non ci appartiene più.
Questo sentimento nostalgico che sa di casa, Branagh lo esprime in maniera magistrale con questo piccolo gioiello in bianco e nero che coinvolge lo spettatore proprio come Buddy si lascia trasportare dalle pellicole che guarda. Star Trek, L’uomo che uccise Liberty Valance, Mezzogiorno di fuoco, Chitty Chitty Bang Bang e i fumetti di Thor che tanto ama e che sono l’indizio inequivocabile del fatto che quel bambino è proprio Branagh da piccolo. Una dichiarazione d’amore al cinema, con film che emozionano ancora la nonna (il ricordo di Orizzonte perduto). L’immaginario dei film che influenza la visione della realtà di Buddy e della famiglia e che offre a tutti momenti di unione e di leggerezza in un contesto particolarmente difficile da affrontare.
«Non voltarti indietro» le parole della nonna che sanciscono il momento di non ritorno, che non vediamo ma che immaginiamo e che ci lasciano intendere come voltarsi a guardare quello che si lascia può essere molto doloroso ma anche necessario per capire dove si sta andando.