Santasangre in Bestiale improvviso_Sovrapposizione di stato
ideazione Diana Arbib, Luca Brinchi, Maria Carmela Milano, Dario Salvagnini, Pasquale Tricoci, Roberta Zanardo
partitura ed elaborazione del suono Dario Salvagnini
progetto ed elaborazione video Diana Arbib, Luca Brinchi, Pasquale Tricoci
con Teodora Castellucci, Cristina Rizzo, Roberta Zanardo
coreografia in collaborazione con Cristina Rizzo costumi Maria Carmela Milano
animazione 3D Alessandro Rosa
violoncello Viola Mattioni
promozione Carlotta Garlanda, Elena Lamberti
produzione santasangre 2011 co-produzione Romaeuropa Festival,
Una nebbia densa avvolge la platea, tanto che occorre una guida per trovare i posti a sedere. La performance inizia già qui, nell’intento di creare una corrispondenza e correlazione tra la scena e lo spettatore, coinvolto da più input sensoriali contemporaneamente.
La prolungata penombra iniziale permette di “sentire” lo sgocciolare della lastra di ghiaccio, incatenata sopra un quadrato di ferro. Da ogni parte, anche dal basso dei corpi, sembra arrivare il rumore elettronico, al cui ritmo vengono proiettate immagini di forme evocative. Luna, sole, galassie: un mondo parallelo raggiunto tramite un circolare viaggio immaginativo.
Tramite un sapiente gioco di rifrazioni si ricreano più dimensioni spazio- temporali, scolpite in modo ipnotico dalla luce, paradosso scientifico per eccellenza. Così si colgono realtà alternative, ma coesistenti: appunto una sovrapposizione di stato. Tra cui forse non si può scegliere.
Luce e ombra sono le tende dei nostri stati d’animo, aperte e richiuse dal crescendo e diminuendo dell’energia sonora, che crea un ben orchestrato effetto di stordimento.
Tre figure si intravedono sullo sfondo. Sono ombre che invadono pian piano la scena, prima le schiene, i piedi, sfiorati dalla luce, fino all’improvvisa conquista di un movimento ritmico, scattoso, bestiale. Non sono umane nei gesti, ma materia attraversata da energia, che a tratti ubbidisce ad altre leggi di gravità. Danzano insieme eppure da sole, richiuse in se stesse, come atomi, pezzi di un universo naturale composto soltanto di moto e materia. Potente ed inquietante minaccia, che non può essere scongiurata, data l’impossibilità di sottrarre l’uomo alla sua “natura”.
Sollevata ed esposta verticalmente, la lastra di ghiaccio filtrando, rifrange addosso al pubblico le luci, come uno schermo, artefatto che nella sua funzione si decompone a vista d’occhio.
Lo spettatore è sempre borderline tra più “stati”, dimensionale, emotivo, estetico, tecnologico.
La performance dei Santasangre, attraverso diversi linguaggi che assecondano la “natura”, riesce a creare una forma scientifica dell’arte, in cui tecnica e tecnologia hanno un ruolo di primo piano.
Teatro Palladium
dal 26 al 29 gennaio 2012,
h 20.30, tranne domenica h 17.00