diBiancofango con Andrea Trapani scritto e diretto da Francesca Macrì e Andrea Trapani disegno luci Mirco Maria Coletti produzione Biancofango 19 marzo 2016, Teatro dell’Orologio, Roma
La compagnia Biancofango ripresenta a Roma, nella piccola e accogliente sala Gassman del teatro dell’Orologio, una produzione targata 2006. Primo capitolo della Trilogia dell’inettitudine, e anche primo spettacolo con cui dieci anni fa la compagnia creata da Francesca Macrì e Andrea Trapani si faceva conoscere al grande pubblico.
Mastino è il soprannome che contraddistingue l’inetto protagonista di questo lavoro, soprannome che poi ricorrerà negli altri due capitoli della trilogia. Mastino ha 18 anni negli anni ’80 e come ogni domenica si reca al campetto di terra secca, dove quando piove il fango invade tutto e sporca gli scarpini. Mastino viene puntualmente escluso dal suo mister perché non ha piedi buoni, perché, nonostante sia già maggiorenne, la sua timidezza lo fa sembrare un bambinone viziato da una mamma oppressiva inadatto al gioco del calcio quanto al gioco della vita. Puntualmente si ritrova in panchina a subire le angherie e le battutine sarcastiche di un mister vecchio stampo (che gioca con la difesa a uomo piuttosto che a zona) e subisce la gelosia nei confronti dei suoi coetanei più spavaldi e inseriti in squadra e nel mondo.
La scena è spoglia, una panchina simbolo degli esclusi, una linea bianca di gesso che delimita il campo. Trapani esce ed entra dai due personaggi: il mister dagli occhi infuocati che urla suggerimenti tecnici e se la prende con l’arbitro, e il ragazzino dagli occhi buoni e stralunati che si innamora di una ragazza che naturalmente è fidanzata con quel ragazzo che lui invidia.
Tutto il lavoro è impregnato di stereotipi anche fin troppo marcati, come la recitazione, concitata ed estremizzata. Il testo alterna momenti poetici a linguaggio da strada. Ironico in alcuni momenti, ma tendenzialmente sentimental/nostalgico, In punta di piedi si rivela essere un lavoro intimo e delicato.