Romeo e Giulietta, ovvero la perdita dei Padri
un progetto di Biancofango
drammaturgia F. Macrì e A. Trapani
regia F. Macrì
SHAKESPEARE ALLA NUOVA ITALIANAprove di drammaturgia dello sport con gli adolescenti
con S. Perinelli e . Trapani
e con (in ordine alfabetico) E. Airulo, D. Benedetti, S. Celestini, M. Derbal, G. Diodori, L. Fochesato, E. Galante, P. Leccisotto, S. Mafodda, M. Mignanelli, A. Saponara, M. Sgrò
drammaturgia musicale L. Tilli
violoncello L. Tilli
voce off del Principe F. Santoro
collaborazione artistica I. Rotolo
aiuto regia B. Palmieri Balduini16-21 dicembre 2014, Teatro India, Roma
“Pace, odio questa parola”. Romeo non sa giocare la sfida calcistica tra Montecchi e Capuleti. Occorrono degli allenatori, uno per squadra, simmetricamente i Padri dei due sfortunati amanti. Tra sfottò reciproci, rumori di pallone, giornali e rabbia si sovrappongono le voci degli adulti e degli adolescenti che creano continui tafferugli in un teatro fisicamente intellettuale.
“Non giurare sulla luna: è incostante”, “Lavati i denti!” sono soltanto alcuni dei saggi consigli dispensati dagli allenatori che mettono in guardia da quell’amore, quel desiderio che finisce per sfociare in ossessione alienante dalla realtà e da se stessi. Attenti, questi padri, si prendono cura di tutti i loro figli, incoraggiandoli anche nel dire la battuta successiva. A volte non capiscono, altre fanno finta di non capire. Cullano e aspettano frementi i figli che tornino a dormire. I figli, che cercano di comprendere tutto, dall’altra parte non si sentono capiti; e i consigli diventano soltanto prediche troppo premurose, fino a quando non è troppo tardi per Mercuzio e Tebaldo, invitati ad accettare la morte da un simbolico cartellino nero.
Sarà l’eterea voce fuori campo del Principe ad arbitrare l’esilio con vergogna di Romeo; soltanto una tra le varie tragedie personali sulle quali vuole puntare l’attenzione la riscrittura di Francesca Macrì e Andrea Trapani. Scomodando poeti come Dante e Campana, la storia di matrice shakespeariana viene ricostruita attraverso dinamiche sportive che alternano concitati e a tratti volgari slang adolescenziali a un tetro violoncello capace di dilatare il tempo della riflessione.
La recitazione dei Padri-allenatori – Andrea Trapani e Simone Perinelli –, curata nel dettaglio dei toni, delle inflessioni, dei falsetti, coordina i giovani attori dalle movenze entusiaste e ingenue. Jeans e camicia bianca sono la divisa che accomuna i personaggi – caratterizzati invece dal primo all’ultimo – di una vicenda che tocca ogni sfaccettatura dell’infelicità umana e che nella sua universalità diventa il pretesto per confrontarsi infine con lo stesso Shakespeare, uno di quei Padri con cui ogni drammaturgo inevitabilmente deve fare i conti.