Stefano Bollani e Hamilton da Holanda in concerto
Quando: domenica 8 luglio 2012, ore 22.00
Dove: Villa Ada, Roma
Info:
Sito ufficiale Stefano Bollani
Guarda il video Bollani- De Holanda “Oblivion”
Mi viene in mente una frase, mentre seguo da sotto il palco il duo Bollani-De Holanda: “Un accento muto è il più forte tra tutti gli accenti, costringe il corpo a sostituirlo con un movimento” (Virgil Thomson, critico e compositore). E’ così che mi spiego l’entusiasmo del pubblico, che segue con viva partecipazione un concerto in cui l’anima del jazz si mescola alla musica brasileira, grazie alla fortunata collaborazione tra due dei maggiori musicisti in circolazione. Se il nome di Bollani è noto a molti, quello di De Holanda è più sconosciuto, nonostante la biografia eccezionale.
Di precoce talento, è il celebre mandolinista che ha rivoluzionato il bandolim tipico del choro aggiungendo una doppia quinta corda, vincitore di prestigiosi concorsi in Brasile tra cui il Premio Icatu Hartford de Artes 2001 come “miglior strumentista del Brasile”, che gli consentirà un anno di permanenza a Parigi. Il contatto con l’Europa ha generato la consacrazione internazionale, premiandolo con i riconoscimenti del pubblico francese ed italiano e tracciando un percorso ricco di contaminazioni sonore, di cui quella di stasera è solo una piccola dimostrazione.
Non è certo facile, in senso assoluto, confrontarsi con l’estro del pianista italiano, che spazia dal jazz allo swing con disinvoltura – senza dimenticare le radici classiche, riproponendo letture di Ravel e Stravinsky – e che è riuscito a diventare un personaggio televisivo e radiofonico senza arenarsi nel macchiettistico e nello snob. Se due giorni fa, mentre Bollani suonava insieme a Chick Corea, Hamilton de Holanda ha potuto fare una gradita incursione sul palco, è stasera che dimostra pienamente quanto sia intensa la corrispondenza con il pianista.
Ascoltandoli risuonano alla mente le parole di Bollani riguardo il mito, Chick Corea: ‹‹e’ uno dei rari casi in cui ammiri un artista e poi quando lo conosci scopri che l’immagine che ti sei fatto di lui corrisponde al vero. In Chick l’uomo corrisponde all’artista. A volte questo non accade e l’essere umano risulta inferiore a ciò che produce››.
Qui l’intensità si somma al divertimento, alla passione, nel fluire morbido del ritmo brasiliano, che coinvolge il corpo più della mente. Il ritmo sembra prendere il sopravvento, e quando credi di essere sufficientemente a conoscenza dell’eclettismo di Stefano Bollani, lo trovi battere il panchetto, il leggio, e tutto ciò che capita sotto gli occhi per accompagnare il canto del mandolino, la cui sonorità piena è una vera sorpresa. Il vero musicista è versatile e non si confina, si abbandona al divertimento e trascura la severità, contagia senza volerlo il suo entusiasmo, regalando al pubblico la sensazione che quattro ripetizioni non bastino ad esprimere il calore che la musica possa suscitare.