BOLOGNA VIOLENTA: musica da “cameretta”

0

BOLOGNA VIOLENTA live@ CIRCOLO HEMINGWAY

Line up: oneman band Nicola Manzan

Genere: cyber-grind

Location: CIRCOLO HEMINGWAY, piazzale Aldo Moro, Latina – 14 marzo 2012

si ringrazia il CIRCOLO HEMINGWAY per le foto

info:

http://www.bolognaviolenta.com/

https://www.facebook.com/bolognaviolenta

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002821034333

link correlati:

http://www.pensieridicartapesta.it/2012/01/04/musica-per-bambini-fiabe-2-0/

Questo articoletto sulla performance di Bologna Violenta vuole essere letto come si leggono le avvertenze quasi intimidatorie dei bugiardini e/o le istruzioni incluse nella scatola di montaggio di un artropode biomeccanico: con l’urgenza di conoscere effetti e controindicazioni di un prodotto contro (o pro) fastidiosissime eruzioni cutanee e con l’interesse malsano per maleodoranti sezioni esoscheletriche e bulloni d’acciaio splendente.

Il processo creativo di Bologna Violenta è evidentemente influenzato da una malvagità dalle tinte corrosive e cannibali. La particolare natura dell’esibizione – lampi chitarristici hardcore accompagnati da basi grind elettroniche e voci narranti registrate – da l’impressione che l’esecuzione coincida con la composizione stessa. Mi spiego: la complessità dei brani non sta tanto nella velocità della raffica di note, quanto piuttosto nelle pause all’apparenza disordinate che lasciano prendere respiro tra un crust e l’altro. E la perfezione di queste improvvise interruzioni unisone di chitarra e basi elettroniche suggeriscono l’idea che in realtà la drum machine non sia che una estroflessione inorganica del corpo di Nicola Manzan e che sia interamente soggetta alla sua volontà. Per questo sembra che l’esecuzione non sia che un momento della composizione… e “Musica è ciò che sta tra una nota e l’altra” direbbe l’anonimo veneziano a cui si attribuiscono tutte le frasi fatte.

Possiamo dire quindi che siamo di fronte ad una violenza mai insensata o fuori controllo, anche se resta immotivata nella modalità di innesco. O meglio è motivata dalla totalità dell’essente.

In realtà non appena Bologna Violenta compare con la sua diavoletto al collo, il palco del Circolo Hemingway si trasforma nella cameretta di un giovane claustrofilo che si esibisce di fronte al suo pubblico di animali di pezza, costretti ad ascoltare in attesa del tea delle cinque. Un giovane che appunta sul suo diario nomi e possibili alibi in grado di scagionarlo in caso di malriuscito occultamento di cadavere e che si diverte a provare le movenze dei suoi idoli davanti allo specchio.

Chitarre distorte, teatralità e tanta cattiveria gratuita… così cattivo che dal pubblico lo accusano di essere un romantico. Lui ci ride su: ma a suo modo lo è.

Print Friendly, PDF & Email
condividi:
   Send article as PDF   

Autore

Avatar

Webmaster - Redattore Cinema

Lascia un Commento

Continuando ad utilizzare il sito, l'utente accetta l'uso di cookie. Più info

Le impostazioni dei cookie su questo sito sono impostati su "consenti cookies" per offrirti la migliore esperienza possibile di navigazione. Se si continua a utilizzare questo sito web senza cambiare le impostazioni dei cookie o si fa clic su "Accetto" di seguito, allora si acconsente a questo.

Chiudi