Quando 16 maggio
Dove Sala Santa Cecila, Parco Della Musica, Roma
Chi Orchestra di Santa Cecilia- Direttore Christoph Eschenbach
Cosa W. A. Mozart – Ouverture dal Flauto Magico, Concertante per violino, viola e orchestra K 364. D. Sostakovic – Quinta sinfonia
L’Orchestra di Santa Cecilia prosegue la stagione sinfonica con un altro atteso ritorno: quello del direttore Christoph Eschenbach, ospite abituale al Parco della musica. Il recente successo da lui riscosso è da attribuire soprattutto alla scelta del repertorio che, se da una parte ha scoraggiato il pubblico meno abituato alle lunghe esecuzioni della musica del Novecento, dall’altra è riuscito ad attirare un discreto numero di giovani, grazie soprattutto alla presenza delle due nuove, brillanti reclute dell’Accademia, interpreti della splendida Concertante per violino, viola e orchestra K 364 di Mozart. Il talento di Eschenbach, che ha voluto dirigere il programma della serata rigorosamente a memoria, è emerso in tutta la sua vivace espressività soprattutto durante l’esecuzione della Quinta sinfonia di Sostakovic: l’artista ha dimostrato di saperla affrontare con grande consapevolezza, conducendo ogni istante con la stessa energia, sostenuto da un’orchestra particolarmente in forma e concentrata sin nei minimi dettagli. La prima parte della serata ha riguardato interamente la musica di Mozart, con la breve perfezione dell’Ouverture dal Flauto Magico e l’attesa Concertante, una delle composizioni più interessanti del classicismo in musica, vero e proprio «Doppio concerto sinfonico» guidato da due solisti di pari livello.
Roberto Gonzalez e Simone Briatore, sono apparsi subito degni di questo eccezionale dialogo fra strumenti ad arco: la loro intesa evidente, dovuta anche alla perfetta sincronia di movimenti nelle interpretazioni dei vari passaggi, ha contribuito a rendere magistralmente lo spirito dell’opera. Tale aspetto risulta ancor più importante soprattutto se si considera il carattere imitativo della composizione, in cui i solisti riprendono l’uno il tema dell’altro, in un gioco infinito di canoni ed elementi fugati. Il suono inoltre è apparso subito solido ed armonioso, coerente espressione di una struttura semplice ed equilibrata, mai prevedibile e noiosa. Gli interpreti hanno saputo rendere la complessità del primo, vasto movimento iniziale, con una spontaneità e una sicurezza veramente ammirevoli, (soprattutto Gonzalez, le cui sonorità spesso molto acute non facilitavano di certo l’esecuzione). L’immagine dei due, felici e soddisfatti di essere sul palco della sala Santa Cecilia ancor prima di aver cominciato l’esecuzione, ha contribuito ad accrescere la simpatia nei loro confronti: si tratta sicuramente di due artisti di straordinario talento, selezionati anche per la loro molteplice attività di musicisti e docenti, in Italia e all’estero. Possiamo solo augurarci che il mondo della musica classica provveda a sostenere e pubblicizzare soprattutto questi suoi nuovi e talentuosi esponenti.