drammaturgia e regia Luca Pastore con Mattia Grazioli, Matteo Antonucci, Biagio Iacovelli, Luca Laviano, Antonio Pastore, Miriam Messina e Roberto Bonfantini assistente alla regia Roberto Bonfantini foto di scena e locandina Ylenia Falamesca una produzione I Cani Sciolti Compagnia Teatrale Artigianale in collaborazione con Scuola di DanzaEUR e Rakun Project sito della Compagnia Cani Sciolti Dal 19 al 24 aprile, Teatro Trastevere, Roma
L’energia è già in circolo mentre lo spettatore accede alla platea del Teatro Trastevere.
I sette attori, sotto la direzione di Luca Pastore, si traghettano, sotto gli occhi del pubblico, dalla fase intima e personale che è l’immediatamente prima dell’atto di andare in scena, all’essere un personaggio, o, in questo caso, all’essere una persona in scena.
Wanna Live?- Underdark- è una rilettura del film Labyrinth – dove tutto è possibile in cui riecheggia il nome del compianto David Bowie.
Gli attori ci donano, con delicatezza, il sapore dell’essere sensibilmente direzionati verso un mondo onirico. Ognuno dei sette in scena ha un ruolo ben preciso, sottolineato dall’emotività trasmessa in modo molto evidente, che cresce anche grazie al modo di utilizzare lo strumento corpo. La bestialità, la paura, la delicatezza e molto altro è ciò che si riceve dalla platea.
Sono questi caratteri precisi, giocati a tutto tondo durante il lavoro di un’ora abbondante, che ci raccontano la storia fantastica cui assistiamo, più dei testi, delle scene o dei costumi. Lo spettatore che guarda comprende sin troppo bene la gamma emotiva ristretta che ognuno, singolarmente, ha il dovere di trasmettere. Un lavoro decisamente corale che porta il pubblico in un paesaggio quasi cinematografico, il cui ritmo è dettato dall’ incalzare della musica e dei corpi.
Yorick, il dominatore del luogo fantastico in cui si sviscera la vicenda, assiste al viaggio che compie Nina all’interno del suo labirinto, indecisa nelle scelte da compiere nell’immediato e continuamente influenzata dai personaggi che vi abitano. C’è sapore di ricatto, di prigione e di desiderio di tornare al mondo del prima e ognuno lo esterna a suo modo, con le proprie gestualità e i propri spazi.
La cornice di Wanna Live? –Underdark – è certamente onirica, reca al suo interno la semplicità e contemporaneamente l’irruenza tipica dei grandi kolossal cinematografici. Ma ad ognuno il proprio gusto nella traduzione sensibile di questo lavoro. Non è poi così difficile cogliere le molte somiglianze, anche se ben nascoste, con il quotidiano, con ciò a cui ognuno di noi è abituato ad interfacciarsi giornalmente.
L’alternativa è quella di sentirsi semplicemente dentro al sogno di una sera che svanirà all’uscita da teatro.