regia Bertrand Bonello
sceneggiatura Thomas Bidegain
con Gaspard Ulliel, Jérémie Renier, Léa Seydoux, Louis Garrel, Amira Casar, Aymeline Valade
produzione Mandarin Cinéma
distribuzione Europacorp DistributionCompétition – Festival de Cannes 2014
Dopo Mr. Turner di qualche giorno fa, Il concorso di quest’anno ci mostra un altro film sulla vita di un personaggio realmente esistito, uno stilista in questo caso, Yves Saint Laurent. Anche Bertrand Bonello, come Mike Leigh, si tiene lontano dalle intenzioni di un biopic classico e va decisamente oltre il genere. Questo è evidente innanzitutto nella struttura: il racconto si concentra su anni ben specifici, un arco temporale che va dal 1967 al 1976, con dei flash in avanti.
Saint Laurent ci racconta Yves, l’uomo che voleva essere il più grande della sua generazione, colui che voleva vestire la donna moderna ma in un mondo, quello degli anni ‘70, che stava cambiando. Non è certo un caso, infatti, il periodo scelto per darci un affresco della figura del grande stilista. Come lo stesso regista ha affermato in conferenza stampa, sono gli anni più affascinanti della storia della moda ma anche gli anni più interessanti della storia personale di Yves perché era ancora giovane ma aveva già vissuto tutto.
Ne fuoriesce un ritratto decadente, con scivolate patinate ed estetizzanti che, non escludiamo, divideranno la Croisette. Ma per noi illuminante è il confronto con il recente film di Jalil Lespert, che, anch’esso incentrato sulla figura dello stilista, non riesce in alcun modo ad avere la stessa potenza allucinatoria e ipnotizzante con cui ci ha stregato Bonello.
